Roberto Raviola, in arte Magnus
Negli ultimi anni, la Rizzoli Lizard sta compiendo un’iniziativa di riscoperta filologica e ri-pubblicazione di colui che è considerato da molti il più grande fumettista italiano: Roberto Raviola, in arte Magnus. Quest’anno è toccato a I Briganti, scritto a più riprese alla fine degli anni Settanta e alla fine del decennio successivo.
Si tratta di una maestosa ed epica opera incompiuta (interrotta in occasione della settennale realizzazione del “Texone”) per la quale Magnus si è ispirato all’omonima fluviale epopea cinese scritta nel XV secolo (composta da venticinque volumi). In estrema sintesi, si raccontano intrighi, congiure, tradimenti nell’impero cinese, e di una grande organizzazione di Briganti nata appunto per combattere e vendicarsi delle derive del potere, dove si ricongiungono le storie dei protagonisti. Nelle intenzioni di Magnus, l’enormità degli spunti narrativi offerti avrebbe dovuto essere condensata in sei capitoli, in sei “libri”, di cui è riuscito a realizzarne solo quattro (due tra il 1977 e il 1978 e due tra il 1988 e il 1989). Un’opera che ha quindi attraversato tutto il percorso dell’autore, testimoniandone i cambiamenti e gli sviluppi grafici del tratto. Gioco forza che il fascino sia a livello visivo piuttosto che a livello narrativo, mancando un finale che tiri le fila delle varie vicende raccontate (che si può comunque intravedere riassunto nell’appendice del volume dedicata agli appunti dell’autore sui due libri mancanti). O meglio, il fascino narrativo è legato ai singoli capitoli, che paiono inevitabilmente come (belli) episodi diversi accomunati da un medesimo sfondo più che momenti di un unico racconto. Ciò detto, le vicende degli sfortunati protagonisti sono ricondotte ad alcune delle tematiche care all’artista, a partire da quel senso di fatalismo tragico per il quale ingiustizie subite costringono il personaggio ad agire contro la sua volontà e contro la sua “morale”, buttandolo tra le braccia di un obbligato “male” o di un inevitabile cinismo. Un fatalismo che acquista suggestioni dichiaratamente politiche, al limite dell’anarchia, qui rafforzate dalla presenza di alcune citazioni del libretto rosso di Mao e da chiari riferimenti ai movimenti contestatori degli anni Settanta, oltre ad essere accompagnato da una costante vena ironica e grottesca, altra firma tipica dell’autore. Tutto questo in un medioevo naturalista, estremamente fedele all’iconografia cinese che, improvvisamente, diventa fantascienza, con navicelle spaziali, città astronave e galassie, a conferma della grande abilità del disegnatore di creare mondi sincretici e complessi. Risaputa è anche la sua abilità di creare singole vignette dal grande fascino, in particolare negli ultimi due libri -quelli della fase conclusiva della sua carriera- in cui la ricchezza dei particolari, la complessità degli sfondi, il rapporto tra chi/cosa è in primo piano e l’ambiente e l’utilizzo dello chiaroscuro fanno sì che più di una vignetta si tratti di un vero e proprio quadro.
I Briganti [Italia, 1977/78, 1988/89] TESTO E DISEGNI Magnus.
PUBBLICATO DA Rizzoli Lizard.
Graphic Novel, b/n e colore, 336 pagine.