Quel gusto un po’ amaro di cose perdute
La nostalgia è la più grande falsificatrice della realtà. Perché si fonda su ricordi errati, si lascia facilmente plasmare e amplifica a dismisura sensazioni che, forse, non abbiamo nemmeno provato in prima persona.
Ci siamo convinti che gli anni ’60 siano stati periodo di spensieratezza e gioia di vivere anche a causa di Sapore di mare, operazione dal forte sapore malinconico che nel 1983 lanciò definitivamente i Vanzina Bros. (Carlo regista, Enrico sceneggiatore). A distanza di trent’anni la glorificazione passa ai ruggenti ’80, e sospettiamo che nel 2045 – se mai ancora esisterà il Cinema così come lo intendiamo oggi – ci sarà chi oserà riabilitare la nostra contemporaneità, e fra il pubblico italico (notoriamente di memoria corta) qualcuno sospirerà il fatidico “come si stava bene nel 2013”. D’altro canto, sarebbe persino scorretto massacrare Sapore di te, lavoro che spudoratamente individua il proprio target di riferimento negli over 40 di oggi promettendogli il “ritorno al futuro” dei trilli d’amor perduto (che, vedi sopra, magari non hanno mai vissuto). Il sequel/remake/amarcord intreccia sorrisi & canzoni & ottimismi vari saltellando fra una manciata di micro-storie ambientate a Forte dei Marmi, Bagni Costanza: ci sono Luca e Chicco, studenti inseparabili delle opposte fortune sentimentali; c’è la famiglia Proietti, mamma papà e soprattutto figlia Sabrina, che fa innamorare i sopraccitati amici; c’è l’onorevole socialista De Marco, in vacanza con la moglie e drammaticamente invaghito di Susy, soubrette di Drive In. Attorno a loro si muovono caratteri tipici dello stereotipo anni ’80: il bagnino donnaiolo, i genitori borghesi che rimpiangono il passato, le ragazze giovani che si innamorano di uomini sposati. Un farsesco album di figurine tenuto insieme dal doppio collante dell’insistente voce fuori campo, che consente di raccontare interi sviluppi narrativi invece di mostrarli e dell’imperterrita colonna sonora, che attraversa in pratica tutta la pellicola. Dagli Spandau Ballet a Fabio Concato, da Tropicana a Sunshine Reggae, la commedia balneare situazionista è pronta alla distribuzione. Oltretutto giocando ai luoghi comuni la testimonianza è sì grottesca ma a tratti riesce a rendersi blandamente attendibile, in particolare sul progressivo imbarbarimento di una nazione affogata nella sub-cultura televisiva. Il problema è che sappiamo già tutto, e l’eterna ripetizione di se stessi e del proprio concetto di Cinema (tragedia che affligge in maniera diversa anche Dario Argento, ad esempio) non serve a nessuno. E anzi produce danni incalcolabili, se i nuovi registi italiani si ritrovano poi – per vedere la luce della sala – a dover emulare vecchi e stanchi autori che a loro volta da decenni copiano loro stessi.
Sapore di te [Italia 2014] REGIA Carlo Vanzina.
CAST Vincenzo Salemme, Maurizio Mattioli, Martina Stella, Katy Saunders, Serena Autieri.
SCENEGGIATURA Carlo Vanzina, Enrico Vanzina. FOTOGRAFIA Enrico Lucidi. MUSICHE Andrea Guerra.
Commedia, durata 101 minuti.