SPECIALE CINEMA DELLA SCHIAVITÙ
The Hunt for Dishonest Abe
Conoscevate il kolossal di David W. Griffith The Hunt for Dishonest Abe, del 1915? Lo ha girato per celebrare la vigliacca fuga di Abramo Lincoln verso il Canada, con il volto pitturato di nero per mescolarsi agli schiavi in fuga, dopo che Jefferson Davis lo ha sconfitto a Gettysburgh e posto fine alla guerra di secessione.
No? Niente? Mai sentito? Nessun problema. Non esiste. È solo una delle piccole chicche disseminate nel mokumentary C.S.A. – The Confederate States of America, dove il regista Kevin Willmott si immagina che la guerra di secessione americana l’abbiano vinta i sudisti e che la schiavitù non sia stata abolita, ma sia diventata fatto culturale identitario di una nazione e di un popolo.
Per farlo, ricorre alle forme tipiche e più diffuse della comunicazione televisiva (o di sicuro più in voga nel 2004), cioè il documentario cazzaro e superficiale stile History Channel e la pubblicità becera e sensazionalistica alla Mediashopping.
Willmott immagina una rete televisiva, la Confederate Network, che manda in onda il documentario inglese C.S.A. – The Confederate States of America, dove con interviste a politici fittizi e presunti professori universitari, materiali d’archivio modificati e spezzoni di film inesistenti (tra i quali il Griffith di qui sopra, noto ammiratore del Ku Klux Klan nella “realtà” e quindi perfetto bersaglio di satira), viene raccontata la storia degli Stati Confederati d’America, ribaltamento (spesso tragicomico) degli eventi “realmente” successi. Il tutto interrotto da finte pubblicità, tipo roba di compagnie assicurative con i colori supersaturi alla Mulino Bianco (voce off: Confederate Family Insurance, for over 100 years protecting a people – inquadratura su famiglia felice bianca – and their property – carrellata a destra su giovane giardiniere nero sorridente), o del pratico braccialetto paralizzante e indistruttibile Shaker, per impedire la fuga del tuo domestico negro (da oggi anche small, per i bimbi), o la magica pillola blu Contrari, che rincoglionisce alla grande la tua mami e la tiene tranquilla e sorridente (da richiedere solo dietro ricetta del veterinario).
L’idea di fondo che ne esce, forse un po’ sempliciotta, è che anche senza l’abolizione la schiavitù, poco sarebbe cambiato nel pensiero e nella cultura degli yankee, praticamente il caro vecchio slogan “capitalismo è schiavitù”. Il negro è solo un’altra merce in più da vendere, comprare, scambiare, e non dimentichiamoci il settore milionario dell’accessoristica per schiavi! Eppure, se l’idea è risaputa e la cinica ironia alle volte è prevedibile, C.S.A. – The Confederate States of America riesce quanto meno a dirla in maniera originale e intrigante. Consigliatissimo.
C.S.A. – The Confederate States of America [id., USA 2004] REGIA Kevin Willmott.
CAST Larry Peterson, Ryan L. Carroll, Kevin McKinney, Brian Paulette, Wendy Thompson.
SCENEGGIATURA Kevin Willmott. FOTOGRAFIA Matt Jacobson. MUSICHE Erich L. Timkar, Kelly Werts.
Mockumentary, durata 89 minuti.