SPECIALE MODA AL CINEMA
Una stoffa strappata
Pierre Niney è immenso, nel senso lato del termine: riempie ogni spazio visivo possibile all’interno dello schermo, costruisce un personaggio fatto non tanto di dialoghi quanto di gesti, espressioni, battute recitate con gli occhi e con le mani.
Riporta in vita il leggendario stilista che a soli 21 anni arriva ai vertici della già stranota maison Dior ed al contempo scava tra metri di taffetà e seta fino ad arrivare al cuore di una creatività esasperata, di un isterismo creativo che si sublima sulle passerelle, ma rischia di ledere gli affetti più cari quando i riflettori si spengono. Attraverso i ricordi di Pierre Bergè, realmente più che consultato durante la lavorazione del film, Yves torna a muoversi nel mondo sfidandoci dallo schermo, genio sregolato a livello emotivo – un po’ come tutti gli Artisti con la “a” maiuscola, si perdoni il cliché – capace di tenere in piedi una relazione lunga una vita ma anche di non negarsi evasioni e bizze.
Purtroppo, però, la recitazione raffinata di Niney si incaglia all’interno di un film manieristico, che si scontra proprio con i confini della personalità dello stilista di origine algerina, volendo valicarli per raccontare il retro senza riuscire a staccare armonicamente l’elemento lavorativo da quello umano. Che Jalil Lespert non abbia voluto confezionare una scintillante operazione nostalgia nei confronti della moda è chiaro e lodevole, ma la sensazione di salto, il passaggio continuo da uomo a stilista, da passerella a privato, lascia l’impressione di uno strappo nell’ordito generale. Non c’è armonia e questo porta inevitabilmente a una non-identificazione, che priva lo spettatore del coinvolgimento. E senza quest’ultimo riesce difficile sorvolare sulla pesantezza di certe scene e sul generale senso di compiaciuta affettazione che permea il tutto. Ciò che poteva essere un gran bel biopic si riduce a un’opera zoppicante, rattoppata come già detto solo dalla recitazione del protagonista a cui si affianca Guillaime Gallienne, nei più razionali panni del compagno di vita Pierre Bergè. È davvero un peccato l’insoddisfazione che lascia dietro di sé quando le luci si riaprono e si esce dalla sala con la sensazione di aver trovato un abito YSL a sorpresa nel proprio armadio solo per accorgersi che è tarmato in più punti.
Yves Saint Laurent [id, Francia 2014] REGIA Jalil Lespert.
CAST Pierre Niney, Guillaume Gallienne, Charlott Lebon, Marie de Villepin, Nikolai Kinski.
SCENEGGIATURA Jalil Lespert, Jacques Fieschi, Jèrèmie Guez, Mariè-Pierre Huster. FOTOGRAFIA Thomas Hardmeier. MUSICHE Ibrahim Maalouf.
Biografico, durata 105 minuti.