Un pugno e una carezza
Elise e Didier si incontrano e si innamorano grazie alla musica bluegrass, nella provincia belga che odora di folk americano. Da questa unione nascerà Maybelle, bellissima bambina che però presto volerà in cielo, come gli uccellini che vorrebbe proteggere, a causa di un tumore. La vita per la coppia cambierà radicalmente, con Elise sempre più fredda e sempre più assorbita dai suoi tatuaggi e Didier ormai perso nella lotta contro l’ingiustizia sociale e contro la superstizione religiosa.
Arriva nelle sale italiane, dopo aver fatto incetta di premi nei migliori festival europei, Alabama Monroe di Felix Van Groeningen, dramma a tratti troppo compiaciuto che ruota dolcemente attorno ad una tragedia e all’impossibilità di una vita dopo la morte. Utilizzando una temporalità già vista in film come Blue Valentine che mischia passato, presente e futuro dentro un’unica linea che abbraccia nascita e morte allo stesso modo, Van Groeningen ci porta dentro uno spicchio prettamente americano della campagna belga. Là dove la musica blues e folk si sono unite sotto il mito di Bill Monroe, assistiamo ad una guerra dei mondi atavica, quella fra fede e realtà, fra speranza e cinismo, fra Elise che spera che la figlia torni a trovarla sotto forma di uccellino e Didier che invece riesce solo a visualizzare un piccolo corpo chiuso dentro una bara bianca, ricoperto dalla terra. Dosando molto bene le forze emotive in campo, con un pugno e una carezza, il regista ci cattura allo stesso modo nei momenti felici e nel dramma, consapevole che sbilanciarsi solo a favore del secondo avrebbe comportato un pietismo eccessivo e ridondante riscontrabile, ad esempio, in film come Million Dollar Baby. Per fare questo dà alla musica il ruolo di traghettare i sentimenti e le vite dei personaggi, sulla terra e nel loro cammino oltre la vita. Una colonna sonora bellissima, cantata dagli attori, compreso Johan Heldenbergh, protagonista e autore del soggetto teatrale, che ci riporta alla mente un altro capolavoro del folk country dove la musica aveva proprio il ruolo di sostenere e dirigere l’azione: Crazy Heart. In questo circolo perfetto che viene rotto (dal titolo originale) ci viene solo da domandarci se non fosse stata sufficiente la malattia della bambina come svolta drammatica. Invece il regista, nella seconda parte, appare troppo compiaciuto dell’atmosfera di sana tensione tragica creata con fatica e merito, e si lascia vincere da un’infinita tristezza. Solo la musica, ancora, arriverà in nostro aiuto sul finale, mitigando l’ideologia cinica e forse un po’ banale di Didier che rischiava, altrimenti, di oscurare un film bello e emozionante.
Alabama Monroe – Una storia d’amore [The Broken Circle Breakdown, Belgio 2012] REGIA Felix Van Groeningen.
CAST Johan Heldenbergh, Veerle Baetens, Nell Cattrysse, Geert Van Rampelberg, Nils de Caster.
SCENEGGIATURA Johan Heldenbergh, Mieke Dobbels. FOTOGRAFIA Ruben Impens. MUSICHE Bjorn Eriksson.
Drammatico, durata 111 minuti.