Senza perdere la speranza
In questi tempi bui dove ormai chiunque barcolla nel precariato e nella poca fiducia nel futuro, agevola ancora rifugiarsi nel cinema e nella lettura: L’isola senza sorriso di Enrique Fernández è il classico esempio di come, in questo caso, una graphic novel possa regalarti riso e un momento di serenità.
L’opera di Fernández si legge tutta di un fiato, sia per la vicenda oscura che racconta sia per l’atmosfera sospesa tra realtà e magia che trapela dalle sue poche ma cariche pagine. Milander Dean approda sull’isola Yulkukany, misteriosa terra di balenieri, per studiare da vicino le affascinanti rocce del luogo, viene accolto da Elianor,
una bambina impertinente e vivace che farà scontrare i loro tristi passati per farli scoppiare alla fine in una grossa risata. La trama raccontata così sembra banale, ma in realtà è tutta da scoprire nelle sue tante sfaccettature e nella creazione di elementi magici, che permettono di farsi apprezzare da ogni tipo di pubblico. Per packaging e grafica L’isola senza sorriso sembra rivolgersi esclusivamente ad una lettura giovanile, ma l’atmosfera fatta di ricordi e la “gioia di vivere” che trasmette è un buon volano anche per il più cinico lettore adulto. Certo il conflitto tra ragazzina positiva e impertinente e l’uomo tutto d’un pezzo indurito dalla vita non è originale, ma qui Fernández riesce a focalizzare l’interesse verso la sua attitudine a mostrare mondi fantastici che in tanti hanno paragonato al genio di Miyazaki e al vecchio Disney, ma che invece ha una sua peculiarità soprattutto nei disegni curati e con una profondità di campo sì cinematografica ma specialmente pittorica. Da Miyazaki si discosta per quanto riguarda le sequenze d’azione qui più incentrate sulla caratterizzazione dei personaggi e di minor manierismo estetico, mentre perde quel patetismo e moralismo a cui ci ha abituati papà Disney. La storia di Fernández, seppur misteriosa e incantata, è reale o meglio suggerisce la rappresentazione di fatti inspiegabili in un’ottica propositiva per il genere umano, non misticismo ma il frutto della propria inconscia voglia di evadere con la mente e con gli occhi. Io, forse ingenuamente e spingendo l’acceleratore sulla voglia di “tornar bambino”, mi sono fatto trasportare in quell’isola senza sorriso senza pregiudizi e freni da critico disilluso, consiglio di farlo a tutti: dalle piccole storie possiamo ancora imparare a vivere la vita senza rimpianti e inutili piagnistei…
L’isola senza sorriso [Argentina 2014] TESTI E DISEGNI Enrique Fernández.
PUBBLICATO DA Tunué.
Colore, 58 pagine.