SPECIALE STREGHE AL CINEMA
“Sorelle, signore degli orrori della nostra umanità” (Inferno)
“Le Tre Madri […] affascinanti figure femminili […] assetate di dolore, di occulto, di sangue, si nutrono di sospiri, di lacrime e vivono nelle tenebre”. Così recita un passo dal Levana e le nostre signore del dolore, capitolo conclusivo del Suspiria De Profundis in cui il visionario saggista britannico Thomas De Quincey disquisiva sull’essenza del Male e sulle nefandezze della società odierna attraverso la metafora di una trinità diabolica.
Da questo spunto mitologico-teologico prende ispirazione e forma la trilogia esoterica dell’icona horror made in Italy Dario Argento. Inaugurata con Suspiria nel 1977, proseguita con Inferno a tre anni di distanza e conclusa con La terza madre nel 2007, la trilogia argentiana narra di un’antica triade di streghe – Mater Suspiriorum, Mater Tenebrarum, Mater Lacrimarum – che manipolano il destino dell’umanità dall’alto dei loro bastioni infernali. Tali dimore maledette – una a Friburgo in Germania, una a New York e una a Roma – si fanno veri e propri occhi con i quali le tre sorelle dominano il mondo “con il dolore, con le lacrime, e con le tenebre” ed assurgono a ruolo di meri organismi viventi, traendo linfa vitale dalle stesse entità diaboliche che le abitano, risucchiando le proprie vittime in un vortice di corridoi, cunicoli, spazi celati e messaggi occulti lungo le pareti in un’intersezione geometrica paragonabile alle litografie prospettiche di M.C. Escher. A tale aspetto, in Suspria e Inferno si aggiunge un utilizzo diegetico ed extradiegetico dei colori esposti – una netta alternanza di rosso, blu, e giallo per mezzo di una pellicola Kodak a bassa densità – che va oltre l’esclusiva funzione espressivo-simbolica di rappresentazione delle forze maligne. In tal senso, come ha osservato il critico Simone Arcagni, Argento consegna ai colori esposti un’identità altamente drammaturgica, in quanto essi vengono a costituire e a personificare la più pregnante e oscura manifestazione dell’occultismo stesso. Ne La Terza madre, tuttavia, tale peculiarità cromatica lascia spazio ad una fotografia più caravaggesca – qui il colore predominante è il giallo sfumato delle fiaccole apposte nei sotterranei dell’antro infernale – e le venature palesemente espressioniste nella delineazione dell’architettura e dei colori tipiche dei due precedenti capitoli lasciano spazio ad un’atmosfera dall’impronta prettamente gotico-hammeriana. Mentre i primi due capitoli, inoltre, lasciano trasudare le componenti narrative tramite il simbolismo architettonico e cromatico, il terzo capitolo cerca di incanalare l’interesse voyeristico dello spettatore in una rappresentazione esclusivamente scopofilica delle arti magiche, in perenne bilico tra il soft porn-kitch tipico del miglior Polselli ed una smania spasmodica per le tecniche splatter già sperimentate nel mediometraggio di produzione americana Pelts. A ciò si aggiunge una volontà da parte del cineasta romano di tirare le fila della storia e di concludere il discorso iniziato trent’anni prima con un eccesso di spiegazioni verbali e di forzature narrative a volte del tutto innecessarie.
Suspiria [Italia 1977] REGIA Dario Argento.
CAST Jessica Harper, Stefania Casini, Alida Valli, Joan Bennett.
SCENEGGIATURA Dario Argento, Daria Nicolodi. FOTOGRAFIA Luciano Tovoli. MUSICHE I Goblin.
Horror, durata 95 minuti.
Inferno [id., Italia/USA 1980] REGIA Dario Argento.
CAST Leigh McCloskey, Eleonora Giorgi, Irene Miracle, Veronica Lazar.
SCENEGGIATURA Dario Argento. FOTOGRAFIA Romano Albani. MUSICHE Keith Emerson.
Horror, durata 102 minuti.
La terza madre [Italia 2007] REGIA Dario Argento.
CAST Asia Argento, Adam James, Valeria Cavalli, Cristian Solimeno.
SCENEGGIATURA Jace Anderson, Dario Argento, Walter Fasano, Adam Gierasch, Simona Simonetti. FOTOGRAFIA Frederic Fasano. MUSICHE Claudio Simonetti.
Horror, durata 98 minuti.