Sporche e cattive
Spesso ci si imbatte in storie che, rilette in età adulta, riescono ancora a farci tornare alla mente ricordi e sensazioni provate in gioventù: La Grande Odalisca, graphic novel di Ruppert, Mulot e Bastien Vivès appartiene a questa categoria.
Rimandi a Occhi di gatto, serie anime televisiva vista da noi su Italia Uno, di cui riprende la tematica e, sommariamente, i caratteri delle protagoniste, e una buona dose di azione e ammiccamenti ad un pubblico adulto fanno la fortuna di questo piccolo gioiello editoriale. Alex e Carole sono due ladre professioniste forti delle loro doti atletiche e di intuito; per rubare la Grande Odalisca, quadro di Ingres, avranno bisogno di un terzo membro nella loro banda, e così conoscono Sam, campionessa di motociclismo… Se si dovesse cercare un aggettivo per descrivere La Grande Odalisca sarebbe “adrenalinico”: si viene catapultati, senza inutili preamboli e tediosi “spiegoni”, direttamente nella vicenda, che con le sue pagine riesce nel suo intento di divertire il lettore. Gli autori giocano con il genere action e con le storie di rapina alla Lupin, introducono anche l’argomento sesso, che non guasta mai, con dialoghi pungenti e scene di vita quotidiana in cui le protagoniste si destreggiano con fare sicuro. Se ci si lascia trasportare, scorrendo le tavole, si sentono i rumori, gli odori e la colonna sonora che accompagnano la vicenda. Soffermandosi nei dettagli vengono anche in mente eroine tutte d’un pezzo alla Nikita, un’estetica anni ’90, sia per ambientazioni e costumi che per il tratto dei disegni sporco e sicuro, che riproposta oggi non sembra essere datata anzi calza a pennello. È una graphic novel che si legge come si vede un film, non si stacca mai lo sguardo e, soprattutto nel finale, l’aderenza al reale è ben più efficace di quanto riescano a fare le pellicole contemporanee affini. La Grande Odalisca potrebbe essere da spunto per le stanche menti dei vari Bruckheimer: verosimiglianza contro l’assurdità di certe situazioni in cui si trovano gli eroi di pellicola. Certo, ci sono anche qui sequenze che vanno al di là della forza gravitazionale e della potenza umana, ma sanno meno di finto e riescono a far divertire senza scadere nell’assurdo. Ben congegnato lo studio, in alcuni momenti, dei lavori di Hugo Pratt: non una scopiazzatura ma un omaggio, soprattutto nella definizione dei corpi e dell’avventura. Un mix, insomma, che sa sia di celebrazione che di riscrittura di un genere che ha bisogno di nuovi stimoli per riuscire a catturare i potenziali spettatori. Nota di colore: come accadeva al tempo di Occhi di gatto, mi sono un po’ innamorato anche di queste ladre…
La Grande Odalisca [La Grande Odalisque, Francia 2012] TESTI E DISEGNI Bastien Vivès, Ruppert & Mulot.
PUBBLICATO DA Bao Publishing, 120 pagine, colore.