I corpi del distacco, i corpi dell’attrazione
L’attrazione e il distacco, il distacco e l’attrazione, così procede Under the Skin, dove il contatto e il rapporto intercorso tra i corpi è un continuo scambio visivo e desiderativo. L’attrazione che suscita il corpo della protagonista, perfetto e magnetico, è un mezzo per attrarre sconosciuti e trasportarli all’interno di oscure abitazioni.
Qui, sessualmente stimolati dall’estrema carica erotica del corpo della protagonista diventano prede, prosciugati nei loro fluidi corporei e infine vestiti per nascondere la natura degli adescatori. È nel distacco fisico che si regola questo rito, dove la traiettoria visiva è l’unico contatto intrattenuto tra le vittime e l’adescatrice, quest’ultima mostrata nella suadente perfezione del suo corpo nudo, impossibile da ghermire. Under the Skin è una pellicola che avvolge lo spettatore mettendo in scena una rappresentazione marcatamente sensoriale, dove il sonoro ipnotico nella sua estesa ripetizione rituale oscilla continuamente tra l’attrattivo e l’infastidente nei suoi acuti. Proviamo lo stato anomalo in cui versa il personaggio alla percezione del nostro mondo, ma allo stesso tempo la prospettiva può esser rovesciata in uno stato di alterazione in cui noi stessi versiamo all’interno di una condizione aliena; non sempre la comprensione di forme e procedimenti assumono un senso nella nostra logica, come allo stesso modo i nostri meccanismi sociali ed emotivi possono esserne privi di fronte a occhi alieni. In Under the Skin è facile perdersi a seguire forme estranee, trovando la possibilità però di un avvolgimento percettivo ipnotico nel quale la fascinazione non è volutamente mai totale. È nel contatto umano che si giunge al rovesciamento della situazione, la prima scoperta fascinatoria dell’uso dei sensi, inibiti nell’assunzione di ciò che è esterno ma non per questo isolati dal resto, portano a una forza attrattiva nei confronti di ciò che circonda. Un’osservazione che prima era solo nella sua superficie ma che cerca di entrare più nel profondo, come lo sguardo del proprio corpo nudo, e per la prima volta non più solo un costume ma una forma fascinatoria e di conoscenza sensoriale. In questo senso la scelta di Scarlett Johansson diviene perfetta rappresentazione di un corpo suadente a avvolgente nella sua figura, di forme morbide e vive delineate nella sua osservazione dal calore delle luci. Un corpo che attrae ma che allo stesso tempo rimane inviolabile dove lo scontro tra superficie e interno rimane irrisolvibile, senza per questo inibire una percezione sensoriale completa, sia aliena che spettatoriale.
Under the Skin [id., USA/Gran Bretagna 2013] REGIA Jonathan Glazer.
CAST Scarlett Johansson, Antonia Campbell-Hughes, Paul Brannigan, Krystof Hadek.
SCENEGGIATURA Jonathan Glazer, Walter Campbell. FOTOGRAFIA Dan Landin. MUSICHE Micachu.
Fantascienza, durata 104 minuti.