Corri finché puoi!
Ennesima trilogia di successo young adult, ennesima trasposizione cinematografica, ambientata, come sempre, in un futuro distopico. Sembra questa la nuova moda di Hollywood, che dopo i successi planetari di Hunger Games e Divergent, è pronta ad accogliere il nuovo fenomeno mondiale: Maze Runner.
Protagonista, questa volta, un ragazzo, Thomas (Dylan O’Brien). Arrivato con un ascensore in un luogo sconosciuto, si ritrova circondato da coetanei e senza alcun ricordo del passato. Ben presto gli viene spiegato che quella è la Radura, un posto dove sono imprigionati e al cui esterno si trova il labirinto, abitato dai perfidi Dolenti, strane creature bio-metalliche. La soluzione del labirinto potrebbe essere l’unica via di fuga. Tratto dal best seller di James Dashner, Maze Runner – Il labirinto è l’opera d’esordio di Wes Ball, il quale porta sul grande schermo un adattamento di non facile riuscita, ma il risultato finale è più che convincente. Nonostante alcune parti del libro vengano pesantemente modificate, il filo conduttore rimane lo stesso: meglio il conosciuto o l’ignoto? La Radura rappresenta la sicurezza, il labirinto qualcosa di misterioso e oscuro che potrebbe però portare a una nuova vita. E Thomas diventa fin da subito una chiave di volta e di speranza. È lui il leader, che subentra ben presto ad Alby (Aml Ameen), Minho (Ki Hong Lee) e Newt (Thomas Brodie-Sangster). Proprio questo è un aspetto su cui la sceneggiatura si sofferma maggiormente, la leadership e il rispetto delle regole che servono a mantenere l’ordine e far funzionare al meglio la società in cui sono costretti a vivere. A perderne è soprattutto la decifrazione del labirinto, una delle parti più coinvolgenti del libro, ma che nel film avrebbe rischiato di non esser spiegata adeguatamente. Una delle cose più difficili, infatti, è stato riuscire a mantenere l’anima della storia e del coinvolgimento senza cadere nel ripetitivo. Così il film funziona proprio perché si è scelto di arrivare allo stesso risultato percorrendo un’altra strada, più funzionale alla narrazione cinematografica. Maze Runner è un’opera di grosso impatto visivo, con un labirinto in continua evoluzione e una colonna sonora che mantiene alta la tensione, coinvolgendo lo spettatore fin dalle prime battute, complice anche un Dylan O’Brien perfettamente nella parte. Se poi si aggiunge un finale al cardiopalma che più che fornire risposte pone altre domande, il gioco è fatto. Si vuole e si deve sapere di più, ed è proprio in questo che Maze Runner non tradisce.
Maze Runner – Il labirinto [The Maze Runner, USA 2014] REGIA Wes Ball.
CAST Dylan O’Brien, Kaya Scodelario, Will Poulter, Thomas Brodie-Sangster.
SCENEGGIATURA Noah Oppenheim, T.S. Nowlin, Grant Pierce Myers (tratta dal romanzo Il labirinto di James Dashner). FOTOGRAFIA Enrique Chediak. MUSICHE John Paesano.
Avventura/Fantascienza, durata 114 minuti.