Belli capelli
Un ragazzino, e la sua folta chioma riccia. Sembra uno spunto da commedia, e invece Pelo malo (già vincitore della Conchiglia d’Oro al Festival di San Sebastian, e passato anche a Toronto) è un desolato dramma civile, sociale, esistenziale.
Il sogno di Junior, nove anni, è di potersi stirare gli scarmigliati capelli: un innocuo desiderio per poter assumere le sembianze di un cantante “alla moda”, e fare bella figura nella foto di classe. Ma siamo nella periferia di Caracas, in Venezuela, lo scenario è quello della quotidiana sopravvivenza mentre nelle strade ci si ammazza a bruciapelo e nelle case – come celle di un alveare, nella visione d’insieme di mega-palazzoni grigi e anonimi – ci si affanna per trovare cibo, lavoro, affetto. Junior gironzola per la città, essenzialmente alla ricerca proprio di quel sentimento che gli viene poderosamente negato da una madre vedova che non lo ama. La regista Mariana Rondon non chiede allo spettatore immedesimazione, né con la tenera figura del bambino né con quella della bieca genitrice, disoccupata alla disperata ricerca del recupero del suo lavoro di sorvegliante. Per accettare le sghembe dinamiche di Pelo malo l’unico patto è aderire ad una verosimiglianza che ci pare in prima battuta incredibile, ben oltre i confini di ogni plausibile realtà. È davvero possibile che la piccola e trascurabile ossessione di Junior per il proprio aspetto e per il canto scateni a tal punto la paura? Si può davvero sospettare per così poco e arrivare a prendere in considerazione l’idea di vendere il proprio figlio alla suocera disposta a “qualunque prezzo” pur di non passare la propria vecchiaia in solitudine? La mancata accettazione della vitalità del protagonista si riflette nel disagio di un’intera nazione terrorizzata, fotografata nel momento della sua peggiore perdita di identità: il ricovero – l’ultimo – di Hugo Chavez, con la tv che trasmette solo accorati appelli per una sua miracolosa guarigione e sciocchi concorsi di bellezza per alienare le masse. Il popolo venezuelano, abituato a far coincidere la propria personalità con quella del leader-tiranno e dunque anestetizzato da decenni, perde il proprio unico coatto punto di riferimento e si ritrova improvvisamente costretto a ragionare. Ma nel degrado urbano e culturale che soffoca indistintamente tutti, le reazioni sono il rigetto e la chiusura. Così mentre Marta, nella privazione – personale e “nazionale” – di una figura maschile opta per un matriarcato crudele e ostile, Junior dovrà amaramente rinunciare ai suoi semplici e innocenti desideri. Per sempre? No, l’ultimissimo sguardo lascia aperto uno spiraglio: forse bisogna solo saper aspettare, per le rivoluzioni c’è ancora tempo.
Pelo malo [id., Venezuela 2013] REGIA Mariana Rondon.
CAST Samuel Lange, Samantha Castillo.
SCENEGGIATURA Mariana Rondon. FOTOGRAFIA Micaela Cajahuaringa. MUSICHE Camilo Froideval.
Drammatico, durata 95 minuti.