Come neve al sole
Girato con un budget minimo, il settimo lungometraggio di Stefano Incerti si presenta essenzialmente come un film di genere, incontro tra un noir ed un road movie e come tale si inserisce in quel filone di opere dal carattere ibrido e dalle tinte fosche che ultimamente caratterizza una certa fascia della produzione cinematografica nazionale.
Neve però non ricerca l’intensità nell’azione e nel ritmo della narrazione, ne tantomeno in picchi tragici o scene madri, bensì in una messa in scena completamente ovattata, a sostegno di una storia dai toni smorzati, attutiti e di personaggi sospesi e avvolti dal bianco paesaggio in cui si muovono. In viaggio verso un piccolo centro sui nevosi appennini abruzzesi, Donato presta soccorso a Norah, una ragazza brutalmente scaraventata fuori da un’auto, offrendole un passaggio fino al paese più vicino. Ma i destini dei due sembrano ormai indissolubilmente intrecciati ed i rispettivi segreti verranno man mano svelati. Un legame spinto da curiosità ma anche da tacita solidarietà, fino a che la meta di quel misterioso viaggio intrapreso dall’impavido Donato non coinciderà con gli interessi della bella Norah. Con una scelta stilistica che strizza l’occhio perlopiù al noir scandinavo, la pellicola sembra purtroppo fallire proprio negli aspetti che dovrebbero caratterizzare certe scelte di genere. Nonostante difatti i buoni presupposti iniziali, Incerti fatica a trovare la giusta atmosfera, quell’intesa con i luoghi dell’azione, di vitale importanza per un noir che fa della location il suo protagonista aggiunto. Si avverte allora la mancanza di quello spessore identitario cercato invano dal regista proprio nell’indefinibilità e nel disorientamento suggeriti dai paesaggi freddi ed impervi, resi tutti uguali dalla neve che li ricopre. E soprattutto si avverte un mancato dialogo tra tali spazi e i personaggi. A differenza di Fargo – che inevitabilmente ritorna alla mente – in cui le distese innevate erano un palcoscenico perfetto per le azioni dei protagonisti, qui si crea una distanza, con la conseguente riduzione dell’ambiente a poco più d’uno sfondo, che raramente riesce ad interloquire con gli attori. Roberto De Francesco ed Esther Elisha si scontrano con la difficoltà di sostenere un noir che chiaramente non cerca l’effetto nell’intreccio ma le cui scelte registiche non controbilanciano la debole sceneggiatura e di conseguenza le rispettive interpretazioni risultano troppo poco incisive e decisive. La mancata caratterizzazione dei luoghi si trasmette dunque in quella dei personaggi la cui recitazione essenziale e straniante non sortisce l’effetto sperato e, non supportata da uno stile adeguato, contribuisce così all’inefficacia della pellicola. Un’opera che in definitiva intravede la strada giusta ma non la percorre e della neve ci lascia solo il freddo.
Neve [Italia 2013] REGIA Stefano Incerti.
CAST Roberto De Francesco, Esther Elisha, Massimiliano Gallo, Antonella Attili.
SCENEGGIATURA Patrick Fogli, Stefano Incerti. FOTOGRAFIA Pasquale Mari. MUSICHE Francesco Galano.
Drammatico, durata 90 minuti.