SPECIALE RIDLEY SCOTT
A chi interessano ancora questi film?
Le vite di Mosè (Christian Bale) e Ramses (Joel Edgerton) divise dal destino: il primo guiderà gli ebrei attraverso il deserto, verso la Terra Promessa, il secondo diventerà faraone, acquisendo lo status di divinità in terra.
Lasciando da parte fin dall’inizio considerazioni di carattere strettamente storico, biblico, filologico, è forse interessante aprire una finestra su quale sia il pubblico che questo tipo di cinema vuole raggiungere. Partiamo dalla constatazione che nel kolossal moderno l’autore non è più l’apice creativo o organizzativo che conferisce al prodotto legittimità, bensì un esecutore e, quindi, poco importa che dietro la macchina da presa ci sia Ridley Scott, Darren Aronofsky, Steven Spielberg, Xavier Dolan o Gabriele Muccino. L’importante è intrattenere e per farlo basta ripetere all’infinito la struttura ultra collaudata del blockbuster più spietato che si gongola nel proporre cliché vecchi più del mondo e non si vergogna di adattarli a qualunque tipo di contesto. Nel caso di Exodus – Dei e re non c’è un solo motivo per cui uno spettatore sano di mente dovrebbe scegliere coscientemente di spendere soldi per vederlo al cinema. La sceneggiatura la conoscete, il protagonista è Batman con la barba doppiato male, l’antagonista è un faraone che si agita come un lottatore di wrestling, Sigourney Weaver dice mezza parola in due scene (in Italia si sarebbe aperte un’inchiesta sul suo cachet pagato con soldi pubblici), le piaghe d’Egitto durano 5 minuti e poi Ben Kingsley che, diciamocelo, fa sempre figo. Qual è il vero motivo per cui uno spettatore sano di mente dovrebbe andare a vedere un film su Mosè? Ditelo con me: per il passaggio del Mar Rosso! In pratica stiamo parlando di film (plurale, senza la s vi prego) che hanno perso lo statuto di opera a favore dell’evento. In Noah era il viaggio sull’Arca, qui è il mare che si apre per lasciar passare il popolo ebraico: detto questo, detto tutto. Considerando che il cinema è un medium sempre più dislocato e divergente (in opposizione alla convergenza) in casi come questi si potrebbe realizzare un’unica sequenza-madre al posto di un film di due ore e mezzo, scritto di fretta, con attori presi a caso, che può salire agli onori delle cronache specializzate solo per il suo essere inappropriato e storicamente impreciso. Pensandoci bene, però, potrebbe essere proprio questa la raison d’etre che attira gli spettatori, cioè il loro voler essere partecipi di uno scempio da poter raccontare, sicuramente molto più stimolante di un film anonimo. A conclusione voglio poter credere che tutti abbiano capito il trucco e che nessuno sia uscito dalla sala convinto che Mosè e Ramses si siano sfidati a duello sul fondale asciutto del Mar Rosso, prima di essere travolti da una massa d’acqua della superficie dell’Italia.
Exodus – Dei e re [Exodus – Gods and Kings, USA 2014] REGIA Ridley Scott.
CAST Christian Bale, Joel Edgerton, Aaron Paul, John Turturro, Ben Kingsley, Sigourney Weaver.
SCENEGGIATURA Adam Cooper, Steven Zaillian, Bill Collage, Jeffrey Cane. FOTOGRAFIA Dariusz Wolski. MUSICHE Alberto Iglesias.
Epico/Drammatico, durata 150 minuti.