I wish
Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Jack con i suoi fagioli magici, Rapunzel, una coppia di fornai e una strega più cinica che davvero cattiva sono i protagonisti dell’adattamento dell’omonimo celebre musical di Broadway Into the Woods.
Un adattamento che avrebbe potuto essere per la Disney e i suoi adattamenti “live” un po’ quello che è stato I guardiani della galassia per l’universo Marvel, cioè un brillante e divertito controcanto ironico, quasi autoparodico. Avrebbe potuto esserlo, e a tratti ci riesce pure con efficacia, se innanzitutto fosse durato meno, e poi se si fosse seguita un’idea di messa in scena più dinamica e vivace e meno statuaria, solo in parte giustificata dalle origini teatrali del testo. Le due pecche, in realtà, sono collegate: le due ore e passa, alla lunga, stancano non tanto perché ci sono ripetizioni e scene non indispensabili che ribadiscono quello che era già chiaro, ma soprattutto perché Rob Marshall si conferma un regista sì elegante e raffinato, capace di rappresentare singoli numeri musicali divertenti ed affascinanti, ma molto meno abile nel dare una visione e un ritmo d’insieme. Con la parziale eccezione di Chicago, ai suoi film manca il ritmo travolgente che si richiede ad un film musicale (non necessariamente ad un “grande” film musicale, ma anche solo ad un musical medio). La sua eleganza visiva è sterile e accademica, e ci sono più possibilità di uscire da una sua opera con gli occhi appesantiti dalla prolissità piuttosto che fischiettando i motivetti e le canzoni del film, con la stessa sensazione di quando mangi il tuo piatto preferito non cucinato al meglio. Ed è un peccato, perché, nonostante questo, Into the Woods è tutt’altro che privo di momenti riusciti e divertenti e di spunti d’interesse. Tre o quattro pezzi musicali rimangono, e più in generale la pellicola funziona quando segue con maggiore convinzione la strada dell’accentuazione ironica e autoparodica, quando si mostra maggiormente brillante e vivace, riuscendo anche in questo modo a mettere in discussione una certa idea di buonismo che è alla base di una certa, imprecisa, idea di fiaba. Così, l’opera si avvicina, nei suoi momenti migliori, ad una concezione originaria della fiaba come genere di formazione tutt’altro che “buonista”, capace di metaforizzare e rendere digeribili elementi oscuri della natura umana; si vedano i riferimenti, per esempio, alla pedofilia nelle sequenze con il lupo cattivo-Johnny Depp. Into the Woods, in fin dei conti, è un’opera ricca di buoni e ottimi momenti, che però finiscono annacquati nella prolissità d’insieme e nell’inerme eleganza della messa in scena.
Into the Woods [Id., USA 2014] REGIA Rob Marshall.
CAST Anna Kendrick, Meryl Streep, James Corden, Emily Blunt, Johnny Depp.
SCENEGGIATURA James Lapine, Stephen Sondheim. FOTOGRAFIA Dion Beede. MUSICHE Stephen Sondheim.
Fiabesco/Musical, durata 125 minuti.