SPECIALE JOSS WHEDON
“L’universo è tutto e si sta dilatando”
Dal divismo onnipotente di Loki alle inquietudini robotiche di Ultron, dallo sterminato “campo da gioco” di New York alla distruzione della piccola Sokovia, squadra che vince non si cambia. Gli Avengers sono tornati, pronti a confrontarsi con un bieco supercyborg votato allo sterminio della razza umana.
Dopo la scomparsa dello S.H.I.E.L.D. gli Avengers sono l’unica grande arma di difesa contro cataclismi e infestazioni aliene. Al centro del racconto c’è sempre lui, Tony “Iron Man” Stark, zelante sentinella il cui sogno proibito è vedere il pianeta protetto da una gigantesca armatura. Così inventa Ultron, intelligenza artificiale con esoscheletro metallico a cui delega la protezione del mondo. Ma il figlio degenere (e innaturale) si ribella al creatore e pianifica l’estinzione dell’umanità. Ci penserà il collaudato team di supereroi – Hulk, Capitan America, Thor, Occhio di falco, Vedova nera – a imbarcarsi nella titanica impresa per sconfiggere il golem e il suo numeroso esercito. Avengers – Age of Ultron è un “oltrefilm”, nietzschianamente parlando. Nella sua fierezza da blockbuster ipertrofico e stratificato diventa metafora della “volontà di potenza” di un sistema produttivo e audiovisivo (Marvel Cinematic Universe) pronto a mettersi in gioco continuamente pur riproponendo formule già viste e stilemi che, per quanto serializzati, risultano dotati di proprie specificità. E non si tratta di questioni puramente quantitative: tre new entry a rafforzare l’organico del team – Quicksilver (Aaron Taylor-Johnson), Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) e Visione (Paul Bettany) –, sottotrame che approfondiscono il lato familiare e domestico degli eroi, citazionismo latente e manifesto – Ultron come nuovo Prometeo, macchina senziente e spietata come e più di Hal9000 (forse perché anche fragile) o di un qualsiasi cyborg di Skynet – ma di un’ambizione tale da voler realizzare un perfetto ibrido tra l’eleganza stilizzata di Zack Snyder e l’umanesimo tecnologico nolaniano. Superato il divide et impera di Loki, la squadra si dimostra più affiatata e compatta che mai e cerca, senza troppi dissidi interni, di arginare il dominio del colosso robotico, lesto più dell’uomo a capire che l’homo homini lupus non è solo una citazione plautina. Whedon calibra in modo impeccabile azione ed umorismo, amplia le premesse filosofiche (esistenzialiste e concettuali) alla base del discorso sull’intelligenza artificiale e riduce al minimo i momenti slapstick, inebriandoci con una vorticosa live action che abusa (piacevolmente) in motion capture (“dentro” Ultron, a cui presta una voce gelida, c’è James Spader) ed effetti speciali straripanti. La strada per Captain America – Civil War è spianata e nel 2018 il terzo capitolo Infinity War – Part 1 confermerà l’adagio secondo cui “L’universo (Marvel) è tutto e si sta dilatando”.
Avengers – Age of Ultron [Id., USA 2015] REGIA Joss Whedon.
CAST Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Scarlett Johansson, Jeremy Renner.
SCENEGGIATURA Joss Whedon. FOTOGRAFIA Ben Davis. MUSICHE Danny Elfman, Brian Tyler.
Azione, durata 142 minuti.
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