Nostalgia, nostalgia canaglia
Negli anni ’80, i potenti della Terra hanno deciso di inviare nello spazio delle registrazioni della cultura contemporanea terrestre, nella speranza che qualche alieno le trovi e impari a conoscere la nostra realtà. Quando uno di essi vede il filmato, però, questo viene interpretato come una dichiarazione di ostilità e gli extraterrestri decidono di rispondere alla provocazione con un attacco ad opera degli stessi personaggi dei videogame.
Così Pac-Man, Donkey Kong e tutti gli altri arriveranno sulla Terra con il solo scopo di distruggerla: ad un gruppo di ex bambini campioni di arcade l’arduo compito di difendere il pianeta. Pixels raccoglie nella sua presentazione e nella sua sinossi un sacco di speranze: tutti si auspicherebbero un salto nel passato delle sale giochi grazie a queste immagini o quanto meno un pensiero piacevole rivolto ai protagonisti (umani e non) presentati sullo schermo. Invece no. Invece Chris Columbus costruisce un immaginario a metà strada tra Guardiani della Galassia e Transcendence che ha come risultato un accostamento quanto meno opinabile di stili e retoriche, visto anche che le performance e la produzione non riservano nessuna attenzione a nessuno dei circoli vitali toccati. Le sale giochi vengono rappresentate private della loro atmosfera, puntando tutta l’attenzione su sfide che farebbero la loro figura nei libri di Stefano Benni, ma che vengono svuotate in una narrazione come questa. I cari eroi d’infanzia vengono trasfigurati in personaggi cattivi, senza attribuirgli nessuna portata emozionale, definendo quindi figure bidimensionali e automatiche, senza accostamenti con la nostra vita. Il film sembra un po’ una realizzazione di un sogno giovanile: “Dai, facciamo un film dove alcune delle icone della nostra infanzia diventano cattivi e noi, eroi dei nostri tempi, dobbiamo sconfiggerle!”. Peccato che gli sceneggiatori si siano poi dimenticati di caricare l’opera finale con un minimo di trasporto emotivo. L’estetica ha la meglio sull’essenza, la presenza di Pac-Man e compagnia bella ha il significato didascalico che le viene attribuito, di fatto appiattendosi e rinunciando a scavi di cultura popolare. Alcuni semplici dettagli diversi avrebbero potuto mettere a frutto la nostalgia alle origini della creazione del film e riuscire a coinvolgere maggiormente il pubblico: evidentemente il target era diverso e il richiamo alle generazioni da sala giochi solo un’opportunità di marketing. Forse, però, i produttori si sono scordati che gli eroi arcade si ricordano i torti subiti.
Pixels [id., USA 2015] REGIA Chris Columbus.
CAST Adam Sandler, Peter Dinklage, Josh Gad, Michelle Monaghan, Brian Cox.
SCENEGGIATURA Tim Helihy, Timothy Dowling. FOTOGRAFIA Amir Mokri. MUSICHE Henry Jackman.
Azione/Commedia, durata 100 minuti.