SPECIALE VALERIA GOLINO
Ricchezza e crudeltà dell’immaginazione
Tommaso ha sei anni e passa la maggior parte del tempo da solo. Come compagni di giochi si è creato tre bizzarre figure: un pestifero re cinico e violento, un mostro verde profetico e ossessionato dalle fiamme, un robot-alieno enigmatico. Di giorno e di notte giudicano le azioni di Tommaso, lo consigliano o decidono per lui.
I genitori sono perennemente assenti o distratti o incapaci di gestire i mille segnali che il proprio figlio invia loro, dal non voler mangiare per giorni, al rompere gli oggetti, all’accendere piccoli fuochi in casa. Vedono il suo fare come infantile, astratto, senza peso, mentre le azioni di Tommaso sono serissime e determinate. Se ne rende conto Mara, la babysitter da cui trae il poco affetto sincero che lo aiuta a crescere e infine a scacciare i tre compagni immaginari. Il ragazzo di lei la maltratta, Tommaso ne è gelosissimo e dopo averla ascoltata dire “Vorrei vederlo morto”, applica senza timore e pietà il desiderio di Mara e dà alle fiamme il suo letto mentre lui sta dormendo. Piccoli fuochi è un film ricco che non ha paura di mostrare. Sceglie il registro del fantastico ponendo però numerosissime radici nel realismo più crudo e impietoso, accennando anche motivi di denuncia: la televisione accesa con film iperviolenti che animano l’immaginazione di Tommaso, la perdita di sostanza di qualsiasi “per sempre” a partire dal matrimonio, la spiritualità senza appiglio. La maestra d’asilo spesso legge favole, ma nei bambini c’è troppo disincanto: quando le storie finiscono smascherano subito l’inganno con crudele spirito materialistico. La maestra ammette l’inconciliabilità tra realtà e favola, tra realtà ed eternità: l’unico possibile legante tra i due poli, ammette, è Dio. Tommaso non sa cos’è e, quando chiede ai tre suoi compagni immaginari di portarglielo, uno porta un soldo, l’altro una fiamma, il terzo porta una scatola cubica e perfetta. Tommaso sceglie la scatola ma, se Dio dev’essere nella scatola, la scatola non va aperta. Tommaso accetta l’invisibilità e sa venerarla. Del resto quanta invisibilità deve sopportare nella sua piccola vita credendola comunque buona e reale? La regia è corposa e ben sostenuta dalla produzione visionaria di Claudio Argento e dalla consapevolezza di sceneggiatura apportata da Pascutto che in carriera si è più volte interessato al disagio infantile. I temi musicali schematici e a tratti lirici rispondono perfettamente allo stile di Del Monte, che qui richiama costantemente all’inquadratura fissa – bassa e segmentata, con gli oggetti a 45 gradi – di Ozu, perfetto riferimento per crisi familiari e infantili; e alla spontaneità rosselliniana che trova in Jaksic e nella giovane Golino, figure riuscitissime e quasi archetipali del bimbo-sofferenza e della donna-amore.
Piccoli fuochi [Italia 1985] REGIA Peter Del Monte.
CAST Dino Jaksic, Valeria Golino, Carlotta Wittig, Mario Garriba, Ulisse Minervini.
SCENEGGIATURA Peter Del Monte, Giovanni Pascutto. FOTOGRAFIA Tonino Nardi. MUSICHE Riccardo Zappa.
Fantastico, durata 95 minuti.