59° BFI London Film Festival, 7-18 ottobre 2015, Londra
Lotta suffragista
A pochi anni dall’inizio della Prima Guerra Mondiale, le tensioni tra il governo britannico e le suffragette avevano raggiunto il punto che queste ultime passavano la maggior parte del loro tempo entrando e uscendo dal carcere, e la leader Emmeline Pankhurst era dovuta sparire dalla circolazione per sfuggire all’arresto.
Suffragette inizia in questo momento e segue la lavandaia Maud Watts che, dall’essere completamente disinteressata al suffragio, si trova a combattere fianco a fianco con le militanti del movimento femminista più agguerrite e “temute”. La regista Sarah Gavron (Brick Lane) racconta la lotta suffragista con violenza e sangue, in uno stile crudo, per niente patinato, che lo allontana dai period drama anglo-hollywoodiani degli ultimi anni. Perfino la colonna sonora di Alexandre Desplat, di solito insopportabilmente romantica, è meno incombente del solito. Questa scelta si rivela particolarmente efficace non solo a livello visuale – con i grigi, neri e blu spenti di base che fanno brillare ancora di più il viola e verde del movimento – ma anche a livello di narrazione: i drammi personali di Maud e quelli delle suffragette hanno la grana di una storia vera, vicina a noi per quanto lontana nel tempo. La sceneggiatura di Abi Morgan (Shame, The Iron Lady) offre al cast dei dialoghi che suonano più come una sequela di slogan, strapieni di retorica e sentimento adatti certo alle arringhe di Emmeline Pankhurst, ma non a una conversazione normale. Ben Whishaw, nei panni del marito di Maude, è vittima dello spiegone, al punto che bere ogni volta che dice “è la legge!” potrebbe diventare un drinking game legato a Suffragette. Mentre alcuni attori sono schiacciati da questo continuo professare per frasi fatte, Carey Mulligan nella parte di Maud Watts riesce a sostenere anche le porzioni più stralunate del suo dialogo con una performance pacata, che esprime in maniera perfetta la trasformazione del suo personaggio nel corso del film. Helena Bonham Carter esce per un momento dalla sua traiettoria di personaggi matti con la parte di Edith Ellyn, una delle fedelissime di Emmeline Pankhurst. Di particolare pregio anche la piccola parte di Romola Garai, la cui interpretazione della moglie di un membro del parlamento spezza il cuore. Nonostante i suoi difetti, Suffragette è un film importante – importantissimo, anzi. È il primo film mai realizzato sul movimento suffragista ed è semplice vedere come, in un periodo in cui i diritti delle donne stanno venendo calpestati in tutto il mondo. Sarah Gavron ha centrato in pieno quale storia avesse bisogno di essere raccontata e ha prodotto un film che, si spera, stimolerà una discussione pubblica che ha sempre bisogno di venire aiutata.
Suffragette [id., USA 2015] REGIA Sarah Gavron.
CAST Carey Mulligan, Helena Bonham Carter, Anne-Marie Duff, Ben Whishaw, Meryl Streep.
SCENEGGIATURA Abi Morgan. FOTOGRAFIA Edu Grau. MUSICHE Alexandre Desplat.
Drammatico, durata 106 minuti.