SPECIALE 33° TORINO FILM FESTIVAL
Soli per un giorno
Non sono chiare − lo spettatore può soltanto immaginarle − le ragioni che spingono una madre, ancora giovane e già vedova, a fuggire dalla propria casa di primo mattino abbandonando i propri cinque figlioletti a se stessi.
Il film di Robert Machoian e Rodrigo Ojeda-Beck, tra i più interessanti in concorso al Torino Film Festival, non solo non si pone il problema di doverle giustificare, asciugando al minimo il racconto di questo abbandono e addirittura celando il volto della donna, ma sceglie caparbiamente di restituire l’intera vicenda attraverso il punto di vista dei cinque fratellini, la più grande e responsabile dei quali, Harper, è a dir tanto una pre-adolescente: gli altri quattro oscillano tra il primo e forse l’ottavo anno di vita, sono tanto fragili e indifesi quanto selvatici e incontenibili, e soprattutto − qui si cela il mistero e la grazia di questo splendido film − non possono essere considerati dei veri attori, perché non sanno cosa comporti recitare di fronte alla macchina da presa. God Bless the Child è infatti un’opera di studiatissima finzione, ma riesce nella mirabile impresa di risultare inedita proprio per la capacità di ridimensionare la macchina cinema allo sguardo, in buona parte inconsapevole, dei suoi giovanissimi protagonisti. Le dinamiche al centro del film, quelle del gioco, della condivisione di esperienze comuni, dell’esplorazione del mondo che circonda la casa in cui i bambini vivono, diventano dunque lo spunto per una rivalutazione della messinscena e del rapporto con ciò che in una sceneggiatura non potrebbe mai essere fissato, concordato, prestabilito. La caccia alla verità che l’infanzia spontaneamente porta con sé è ufficialmente aperta, e la costruzione delle premesse che rendano possibile lo shooting diviene centrale tanto quanto la vera e propria fase di riprese. Che cosa questi bambini − figli di uno dei due registi, che ha scelto la propria casa come set principale del film − esprimono del personaggio, e cosa invece di se stessi? La magia del film risiede in questo sottile e fascinoso confine, dove al rigore del piano regia, da sempre violento e arbitrario, rispondono il candore e l’imprevedibilità dell’innocenza.
God Bless the Child [id., USA 2015] REGIA Robert Machoian, Rodrigo Ojeda-Beck.
CAST Harper Graham, Elias Graham, Arri Graham, Ezra Graham, Jonah Graham.
SCENEGGIATURA Robert Machoian, Rebecca Graham. FOTOGRAFIA Robert Machoian.
Drammatico, durata 92 minuti.