Il ciclone sempre più lontano
Panettone o pandoro? Se panettone, con o senza canditi? Non so fai tu, basta che mi lasci le mandorle che ci sono sopra. Lo accompagniamo con il mascarpone oppure è troppo pesante e quindi no? Naaa, stiamo leggeri, mettiamoci la Nutella. Ehi! Ma c’è anche il panettone con la crema al mango: proviamolo! Ok; poi però andiamo al cinema? Sì, ma niente cinepanettone quest’anno: siamo mica stupidi e ignoranti noi. Andiamo a vedere il nuovo film di Pieraccioni.
Questo, un po’ scherzosamente, può essere un dialogo tipico dei giorni che precedono il Natale: si parla di alimentari veri e propri e di film che sono poco più che oggetti alimentari. I film di Pieraccioni, a differenza della scelta pandoro/panettone e di questi che possono essere con o senza canditi o aromatizzati con creme particolari, non lasciano dubbi e sorprese: da vent’anni a questa parte non sono cambiati di una virgola, presentando senza variazioni gli stessi ingredienti e lasciando lo stesso sapore, agrodolce nelle intenzioni, sempre più anonimo e stantio nei risultati. Non fa eccezione quest’ultima fatica, Il professor Cenerentolo. Pieraccioni è il solito bamboccione toscano strambo e spiritoso, bonario anche se all’apparenza sarcastico, che conquista con la sua simpatia e la sua dolcezza la bellezza di turno (Laura Chiatti), riuscendo così a cambiare la sua vita. Il tutto inserito nella risaputa, esilissima, cornice di commedia sentimentale, con finta cattiveria − e proprio perché finta e non parte di un “discorso” comico, di cattivo gusto − sparsa qua e là nelle battute e con fastidiosa e posticcia moraletta nel finale. I monologhi, i motti di spirito e le smorfie del protagonista non fanno mai ridere, e questa volta neanche i comprimari vengono in soccorso per garantire almeno la sindacale manciata di attimi divertenti. Pieraccioni non fa neanche finta di mostrare, se non un tentativo d’innovazione e di cambiamento, almeno uno sforzo nel creare una comicità minimamente efficace, o una certa empatia per le vicende sentimentali. È un film fastidioso nei suoi momenti buonisti e retorici (la lettera alla figlia, o frasi epocali come “Non conta la quantità, ma la qualità!” o “di lei ho sempre apprezzato la fantasia, e chi ha la fantasia è libero”) e che per far ridere ricorre alle barzellette sui nani o a doppi sensi tipici dell’umorismo da seconda media. Soprattutto però è un film che per la sfacciataggine con cui ripete schemi e personaggi triti e ritriti mostra pure una mancanza di rispetto, al limite dell’insulto, dell’autore nei confronti del generoso pubblico che, probabilmente, riempirà comunque le sale; anche perché favorito da una distribuzione che in questa settimana ha lasciato all’ex comico toscano campo completamente libero, togliendo qualsiasi film che avesse un minimo appeal.
Il professor Cenerentolo [Italia 2015] REGIA Leonardo Pieraccioni.
CAST Leonardo Pieraccioni, Laura Chiatti, Massimo Ceccherini, Davide Marotta.
SCENEGGIATURA Domenico Costanzo, Leonardo Pieraccioni, Giovanni Veronesi. FOTOGRAFIA Fabrizio Lucci. MUSICHE Gianluca Sibaldi.
Commedia, durata 90 minuti.