SPECIALE SERIE TV
Le singolarità dell’amore
Gus, eterno boy scout che sogna di scrivere sceneggiature di film thriller erotici, sopravvive facendo l’insegnante delle giovani star sui set della serie tv Witchita, ai Mar Vista Studios di Hollywood. Mickey, programmatrice radiofonica per la stazione satellitare Gravity, ha avuto seri problemi con alcool e droga e un passato sentimentale in cui le relazioni si intrecciavano indissolubilmente con queste dipendenze.
Si incontrano per caso, e senza troppa convinzione iniziano una relazione, fatta di appuntamenti non proprio riusciti, sessualità non conciliata, e quel continuo rincorrersi tra dubbi tutti mentali e imprevisti, per contro, reali, che li porterà a capire − non senza ulteriori riserve per il domani − cosa davvero sia nato fra loro soltanto nell’ultima scena dell’ultimo episodio della prima stagione di Love. A dispetto del suo titolo, la serie creata da Judd Apatow, Paul Rust e Lesley Arfin per Netflix non tenta una disamina universalistica sul significato dell’amore, ma gradualmente definisce il proprio approccio nella contrapposizione di due punti di vista irriducibilmente singolari, rispetto ai quali ha il pregio di non cadere nella trappola dei giudizi o delle facili etichette. Gus e Mickey non si riferiscono mai agli stereotipi della rom-com tradizionalmente intesa, sono anzi due figure che, pur calate nell’universo della post-modernità fuori tempo massimo, senza padri né figli, espressione delle classi urbane cui appartengono, tra messaggerie istantanee e disillusioni quasi infantili, valgono anzitutto per se stesse, senza pretese di esemplarità o valori portati avanti come vessilli. Il loro amore, se davvero esiste, si colloca nella piccola sfera di coincidenze fra due immaginari potenzialmente agli antipodi che, nonostante le divergenze radicali di approccio alla realtà, sono spinti l’uno verso l’altro dall’aura di autoreferenzialità che li avvolge in quanto esseri del proprio tempo. È questo culto dell’identità personale a pervadere tutte le situazione di Love, tutti i personaggi e i comprimari di Gus e Mickey, tutte le innumerevoli frasi che iniziano con la parola “io” e tutte le accuse che finiscono per chiamare in causa il “tu”. A far ridere è proprio l’assenza di mediazioni, pur entro una confezione di regia semplice, quasi scolastica. Perfino i corpi, in Love, non riescono a sentire al di fuori degli schemi individuali, e conoscersi, e forse lasciar fiorire un amore, diventa una scoperta graduale e quasi straniata dell’altro, nel cui volto, nostro malgrado, si disegna comicamente una domanda di futuro.
Love [id., USA 2016 – in corso] IDEATORI Judd Apatow, Paul Rust, Lesley Arfin.
CAST Gillian Jacobs, Paul Rust, Claudia O’Doherty.
Commedia, durata 30 minuti (episodio), stagione 1.