Là sopra dove la terra brucia
Se non ci fosse quella parolina in mezzo, molto probabilmente 10 Cloverfield Lane avrebbe tutto un altro sapore. Già, perché se il titolo non richiamasse direttamente Cloverfield, il disaster movie interamente girato con una videocamera datato 2008, l’aspettativa spettatoriale sicuramente si focalizzerebbe in ben altro modo.
Del resto 10 Cloverfield Lane spiazza proprio per il soggetto di partenza, essendo sostanzialmente un thriller da camera, tutto rinchiuso tra le mura di un bunker, che racconta la convivenza forzata tra Michelle, una ragazza risvegliatasi incatenata dopo un brutto incidente, Howard, il proprietario del bunker che sostiene di aver salvato la ragazza, e Emmett, finito lì dentro per mettersi in salvo. Già, mettersi in salvo, ma da cosa? Questa è la vera domanda che mantiene tutta la narrazione: cosa c’è al di fuori di così terribile da non poter far uscire nessuno? Le risposte di Howard su un attacco che ha reso irrespirabile l’aria suonano assurde a Michelle, come una serie di atteggiamenti molto strani da parte del padrone di “casa”. Ma è quella parola in mezzo al titolo a mostrare allo spettatore le cose in maniera diversa, perché crea un’aspettativa su cosa realmente stia accadendo all’esterno che è costantemente negata, rimandata e celata. Così tanto da diventare fastidiosa per quanto la narrazione si forzi di portare su binari differenti la pellicola. Un sequel, o spin-off (fate voi), che così insistentemente cerca di allontanare la matrice da cui ha origine, sembra incomprensibile all’inizio. Ma il maggior difetto nella prima metà si trasforma, molto pazientemente, nel miglior pregio quando tutto inizia ad assumere una forma più coerente. Ecco allora che 10 Cloverfield Lane rimanda costantemente a un evento inconoscibile e, sotto una certa forma, rimosso, a cui però la mente dei protagonisti e dello spettatore rivolgono incessantemente attenzione. È una tensione che rimanda direttamente a quella ben più reale che già il primo Cloverfield aveva, il grande timore subliminale dell’11 settembre. In questo i due film, al di fuori delle connessioni narrative, dimostrano di essere legati a un evento catastrofico ossessivamente omesso di cui però la nostra mente non riesce a liberarsi. Ed è in tutto ciò che 10 Cloverfield Lane palesa la sua onestà di B-movie (nell’accezione positiva) che rifugge epidermicamente la sua filiazione a un blockbuster, per riscoprirne le più intrinseche paure.
10 Cloverfield Lane [id., USA 2016] REGIA Dan Trachtenberg.
CAST Mary Elizabeth Winstead, John Goodman, John Gallagher Jr.
SCENEGGIATURA Josh Campbell, Matthew Stuecken, Damien Chazelle. FOTOGRAFIA Jeff Cutter. MUSICHE Bear McCreary.
Thriller/Fantascienza, durata 103 minuti.