Besame Giuda
Prequel del film in live action Hana and Alice, diretto dallo stesso Shunji Iwai nel 2004, The Case of Hana & Alice ne condivide l’ambientazione scolastica e le tematiche adolescenziali. Ma è un film così ricco di elementi appartenenti a generi diversi, che sembra destinato a diventare di culto non solo tra il pubblico minorenne.
Inizia come uno dei tanti anime con al centro una protagonista con difficoltà di inserimento nel contesto in cui vive. Ritmo piano, minimalismo, quotidianità delle azioni dei personaggi. Il primo fattore perturbante, di inquietudine è la cosiddetta Follia Fiorita, una casa spaventosa e misteriosa, dalle cui finestre sembra si affacci una figura indistinta. Si racconta, poi, di recenti omicidi avvenuti ai danni di studenti della scuola frequentata dalla protagonista, Tetsuko – che la sua amica Fuko ribattezza Alice. Il tono, in seguito, non fa in tempo a virare verso il sottogenere horror dei corpi posseduti dagli spiriti, segnatamente con la terrificante Mutsu e i suo riti, che sfocia nella detective story. Alice e la sua nuova amica Hana, la ragazza che vive reclusa nella Follia Fiorita, infatti indagano maldestramente su Yuda, studente della loro classe, scomparso nel nulla, forse morto assassinato. Qui si inseriscono gag abbastanza divertenti, fondate su un meccanismo di scambio di persona tradizionale ma efficace. A partire dal momento in cui Alice coscientemente trascorre del tempo in compagnia del vecchietto che ha scambiato per il padre di Yuda, The Case of Hana & Alice si trasforma in un film errabondo, di camminate e spostamenti nella città, di fughe senza meta e leggeri slittamenti dell’anima. Con momenti di grande tenerezza, come quando Alice e l’anziano signore salgono sull’altalena, o nella parte finale, all’insegna di un romanticismo mai stucchevole, da teen movie anni Ottanta. Le parti più commoventi e nostalgiche sono puntualmente sottolineate da una musica strumentale di pianoforte e il motivo ricorrente è ripreso nei titoli di coda: la delicata e malinconica Fish in the Pool. Non mancano i flashback nel film, che stilisticamente si distingue per il grande realismo nei movimenti dei personaggi, grazie all’utilizzo del rotoscopio, in contrasto con il pittoricismo degli sfondi paesaggistici e d’interni, dai colori brillanti. Nelle scene d’azione, la cinepresa si muove freneticamente, quasi alla Tsukamoto, mentre si fanno notare un paio di ralenti, una insistita inquadratura in plongée e i piani inclinati di novanta gradi, non sempre giustificati da un perfezionamento della visione. Uno sperimentalismo che ben si abbina all’imprevedibilità della narrazione.
The Case of Hana & Alice [Hana to Arisu satsujin jiken, Giappone 2015] REGIA Shunji Iwai.
SCENEGGIATURA Shunji Iwai. FOTOGRAFIA Chigi Kanbe. MUSICHE Shunji Iwai.
Animazione, durata 100 minuti.