Supereroi contro
Esiste una curiosa connessione nei due cinecomic più importanti del 2016, Batman v Superman e Captain America – Civil War, e non sono tanto le mazzate che si danno tra supereroi, ma il motivo per cui vengono giustificate queste mazzate.
Siamo stati abituati a pellicole che raccontavano le fragorose imprese compiute per salvare l’umanità, con ogni scontro sempre più grande ed emblematico ad esaltare le qualità di questi supereroi. Ecco allora il cambio di prospettiva, con queste due opere che si concentrano su quanto ogni battaglia in realtà sia una guerra che porta inevitabilmente a distruzione e vittime. Chi paga per tutti i dipendenti della Wayne Enterprises, o per quelle vittime civili a Lagos durante un’operazione degli Avengers? E soprattutto, è davvero giusto dare potere decisionale illimitato e sovranazionale agli Avengers o Superman? È questo che sta alla base del conflitto di Captain America – Civil War, dividendo il gruppo degli Avengers in due compagini, il “Team Cap” e “Team Iron”, poco intenzionati a trovare un punto in comune. La sovrintendenza di un organo superiore toglierebbe reattività e farebbe diventare il gruppo dipendente da interessi terzi (le ragioni di Captain America), ma la domanda “chi vigila i vigilanti?” diviene anche per i supereroi Marvel un interrogativo fondamentale, il pensiero di Tony Stark che riceverà l’appoggio delle due new entry, Black Panther e Spider-Man. Civil War insomma inaugura la terza fase del Marvel Cinematic Universe sparigliando in parte le carte in tavola. Mantenendo fede a una struttura narrativa che si basa sempre su un genere come punto di partenza – in questo caso la spy story -, con un nemico invisibile e ben più infido di quanto potrebbe sembrare, Civil War allo stesso tempo decide di rompere con lo schema classico dei Marvel Movie (che aveva dato più di qualche segno di stanchezza ultimamente), per inserire una battaglia non più tra Bene e Male ma tra due concezioni differenti di Bene. Ciò rende la pellicola meno prevedibile (mantenendo comunque l’ottimo coinvolgimento narrativo e registico degli altri episodi Marvel), rappresentando probabilmente un nuovo punto d’inizio per questo universo cinematografico. Il cambio di prospettiva non è solo quello nominato in precedenza, ovvero la problematizzazione del ruolo del supereroe cui tutti fanno riferimento prima o poi, ma la perdita di quell’orgiastico senso di appagamento che gli episodi di Avengers – intesi come eventi – rappresentavano. Ecco, in Civil War questo appagamento viene sostituito dallo scontro tra i beniamini, che oltre la curiosità ludica di vedere chi è più forte di chi è lo scontro di ego e attitudini contrapposte. È il punto di arrivo di quel scherzoso scambio di battute che già esisteva nel primo The Avengers, e che giunge a una più seriosa dicotomia tra un bene politico (Iron Man) e un bene etico (Captain America). Ed è l’incapacità di trovare una sintesi, non tanto tra il gruppo dei Vendicatori ma nello spettatore, a dare un’incertezza e una seriosità narrativa, quasi fossimo davanti alle battute finali di qualcosa di ormai fin troppo conosciuto. Se in Batman v Superman c’era una vena di livore, in Civil War il tono è quasi crepuscolare: probabilmente è la reale fine di una fase per una nuova, simile nella sostanza ma decisamente meno nelle atmosfere.
Captain America – Civil War [id., USA 2016] REGIA Anthony e Joe Russo.
CAST Chris Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Don Cheadle, Jeremy Renner, Paul Bettany, Elizabeth Olsen.
SCENEGGIATURA Christopher Markus, Stephen McFeely. FOTOGRAFIA Trent Opaloch. MUSICHE Henry Jackman
Azione/Fantascienza, durata 146 minuti.