La dura battaglia per crescere
La fuga dalla realtà è un tema che da sempre ha ispirato la narrativa di qualsiasi campo: che sia tramite un mondo fittizio creato dalla mente del protagonista o che sia un reale mondo alternativo a quello che conosciamo, spesso questo espediente è stato utilizzato come metafora morale di un percorso che dobbiamo affrontare per trovare la forza e affrontare la nostra vita.
Ed è proprio lo spunto di The Boy and the Beast, pellicola d’animazione che racconta la storia di un ragazzo – Ren – che fugge (si rifugia o semplicemente è attratto dalla curiosità) dal proprio mondo, il divorzio dei genitori e l’odio per gli zii, per vivere come realmente vorrebbe, reggendosi sulle proprie gambe. L’universo in cui magicamente si troverà catapultato è abitato da esseri animali antropomorfi dediti al culto del combattimento. Là diviene allievo, volente o nolente, di Kumatetsu, un orso amorevolmente burbero, rappresentante tra i più potenti della realtà di Jutenkai. The Boy and the Beast racconta sì di una crescita, il percorso di maturazione di Ren, ma forse meno banale di quanto sembri, perché se l’analogia tra combattimento e forza interiore corrisponde alla capacità di trovare un posto nel mondo appare fin troppo scontata, meno lo è il percorso di maturazione. È un rapporto conflittuale quello tra Ren e Kumatetsu, quasi mai di allievo e maestro, in certo senso antagonista e competitivo; è una lotta quotidiana a divenire il motivo di una crescita. The Boy and the Beast è un racconto morale dall’anima primordiale nelle sue analogie, dal quale però rifugge nella ricerca di una magia rappresentata non solo dal mondo fantastico in cui Ren finisce, ma figurativamente anche dalle strade di Shibuya. proprio in quella sera in cui tutto ha inizio. Paradossalmente la realtà ha un’atmosfera più avvolgente e sospesa di quella del mondo parallelo di Jutenkai, festosa ma anche rigida; ma forse in fondo è giusto così, perché si potrà sempre aver il desiderio di fuggire dalla propria realtà ma alla fine sempre quella sarà per noi, in un modo o nell’altro, il luogo di ritorno. Forse ciò che manca di più a The Boy and the Beast è un soglia limite che separi i due mondi, una fantasia che riesca a sollevare lo spettatore tra un luogo è un altro, per riconsegnarlo, alla fine del percorso di maturazione, anche lui con occhio diverso, alla propria realtà.
The Boy and the Beast [id., Giappone 2015] REGIA Mamoru Hosoda.
CAST (VOCI ORIGINALI) Kōji Yakusho, Shōta Sometani, Aoi Miyazaki, Suzu Hirose.
CAST (VOCI ITALIANE) Pino Insegno, Mirko Cannella, Gaia Bolognesi, Roisin Nicosia.
SCENEGGIATURA Mamoru Hosoda. MUSICHE Takagi Masakatsu.
Animazione, durata 119 minuti.