SPECIALE FAMIGLIE DISFUNZIONALI
L’Isola che non c’è, nella foresta
Se definissimo Captain Fantastic interessante, scateneremmo la disapprovazione di Ben Cash perché interessante è una “non parola”.
La medesima reazione l’avremmo se iniziassimo a raccontarne la trama. A Ben interessa un pensiero personale e argomentato. Accogliendo lo spunto andiamo al cuore pulsante di Captain Fantastic: la storia di una famiglia atipica, disfunzionale e anticonformista. Come definire altrimenti un gruppo in cui il primogenito Bodevan, ragazzo geniale conteso dalle migliori università, si definisce trozkista e chiede la mano a una ragazza appena conosciuta, e i più piccoli, Zaja e Nai, scuoiano animali e sanno spiegare la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo? La normalità traspare nell’anormalità e viceversa, questa la chiave di un film che lancia uno sguardo alternativo sul nostro stile di vita: assuefatti al consumismo sfrenato e al conformismo diffuso, ci appaiono “folli” bambini e adolescenti che leggono in silenzio un libro, vivono nella natura procurandosi il cibo, parlano di politica, affrontano la verità anche quando dolorosa, bevono un bicchiere di vino a cena, non hanno la playstation, cuciono i vestiti a mano, apprendono senza andare a scuola, si oppongono ai simulacri del nostro tempo andando dritti al cuore delle cose. Un po’ hippy, marxista e addestratore militare, Ben Cash, ben interpretato da Viggo Mortensen, è il capitano della sua ciurma di figli sperduti, un Peter Pan barbuto che ha deciso di vivere nell’Isola che non c’è, perché l’ha trovata e ha dimostrato che può esistere, dandole forma concreta in mezzo alla foresta. La realtà piena di storture, che poi è la nostra quotidianità, viene affrontata (solo perché costretta) dalla famiglia con in corpo uno spirito battagliero, privo di equilibrio e senza compromessi. Captain Fantastic ci dice che essere radicali comporta un prezzo alto da pagare e che la fuga dal mondo è comunque una scelta individualista che non paga. Però è possibile, pur “normalizzandosi” un po’, rimanere anticonformisti e coerenti con le proprie idee anche senza trasformare esistenze arcobaleno in vite in bianco e nero. Ricco di dettagli ispirati, il film conquista nella prima parte con scene particolarmente riuscite – la collettiva jam session notturna; il festeggiamento, alternativo al Natale, del compleanno di Noam Chomsky (“lui almeno è una persona vera”) – mentre nel proseguimento perde un po’ di genuinità pescando in qualche momento dal serbatoio delle facili emozioni. Nulla però che intacchi la resa finale di un film nel quale il punto di vista scelto, quello dei “diversi”, è perseguito con coerenza fino in fondo. I giovani protagonisti dovranno fare una scelta di vita, seguire o meno il loro Capitano, ma solo dopo aver conosciuto quell’altro ignoto enorme mondo – il nostro – potranno compierla con consapevolezza autentica.
Captain Fantastic [id., USA 2016] REGIA Matt Ross.
CAST Viggo Mortensen, George MacKay, Samantha Isler, Annalise Basso, Frank Langella.
SCENEGGIATURA Matt Ross. FOTOGRAFIA Stéphane Fontaine. MUSICHE Alex Somers.
Drammatico, durata 118 minuti.