Fendere il dolore
A cinque anni di distanza dal precedente Margaret, il regista e sceneggiatore Kenneth Lonergan scrive e dirige il suo film da sei nomination all’Oscar, Manchester by the Sea, un percorso nel dolore e nel lutto familiare.
Autoesiliatosi in una vita solitaria e indigente, con un lavoro da custode-tuttofare, Lee Chandler è costretto a tornare al paese d’origine Manchester-by-the-Sea, Massachusetts, in seguito alla morte del fratello Joe, improvvisa ma non del tutto inaspettata a causa di una condizione congenita. Del tutto inaspettato è invece per Lee apprendere che il fratello l’ha designato come tutore del nipote adolescente, Patrick. I piani temporali della passata vicinanza alla famiglia e della lontananza solitaria si alternano, separati dal turning point della tragedia di Lee e della sua ora ex-moglie Randi, che apprendiamo in un flashback drammaturgicamente enfatico e crudo insieme. Quella che fa bisbigliare gli abitanti di Manchester al suo passaggio – “quel Lee Chandler?” – e che segna il momento della fine delle possibilità, più che della quotidiana felicità, perché le precedenti raffigurazioni del quadretto familiare non sono privi di ombre: i litigi tra Lee e Randi (Michelle Williams come sempre intensa), i problemi di alcolismo di Elise, moglie di Joe e mamma di Patrick, che uscirà subito di scena per poi riapparire fugacemente, esteriormente ripulita ma ancora svuotata di una personalità. Nonostante l’irreparabilità della morte che a più riprese colpisce la famiglia Chandler, nonostante il volto annichilito di Casey Affleck, nonostante il focus sulla rabbia inestinguibile di Lee verso se stesso e la sua incapacità di relazionarsi al mondo, Manchester by the Sea riesce a tenersi lontano dalla retorica della redenzione, costruendo una via d’uscita indefinita e imperfetta ma possibile, che riavvia l’esistenza di Lee senza rinnegare né snaturare il peso del suo dolore e del suo lutto. All’ombra del padre/fratello buono e rispettato dalla comunità, il rapporto tra Lee, uomo spezzato, e Patty (Lucas Hedges, già visto in Moonrise Kingdom e qui in coppia con la star del film di Anderson, Kara Hayward, qui sottoutilizzata), animato da un credibilissimo egoismo adolescenziale, è la felice intuizione centrale del film, che lo riscatta dal rischio, a tratti molto concreto, di apparire ricattatorio per eccesso di crudeltà nei confronti di questi personaggi.
Manchester by the Sea [id., USA 2016] REGIA Kenneth Lonergan.
CAST Casey Affleck, Kyle Chandler, Lucas Hedges, Michelle Williams, Gretchen Mol.
SCENEGGIATURA Kenneth Lonergan. FOTOGRAFIA Jody Lee Lipes. MUSICHE Lesley Barber.
Drammatico, durata 136 minuti.