Live in Berlino
C’è un agente segreto, affascinante come pochi e cazzuta come meno ancora; c’è una lista di nomi che è meglio rimanga segreta; c’è un posto, Berlino, spaccato in due da un muro che non divide solo la città ma il mondo intero; c’è la guerra fredda, con occidente e sovietici che continuano a odiarsi e c’è il 1989 con la sua musica di fine decennio a riecheggiare, da Blue Monday a David Bowie, i Clash e 99 Luftbaloons.
C’è la consapevolezza di essere di fronte a un cambiamento epocale, che quasi tutti sperano sia la fine della contrapposizione tra Ovest ed Est. Quasi tutti, perché chi ancora manovra le pedine della guerra vede tutto ciò solo come una gran seccatura. Atomica bionda prende il via proprio da qui: tutti gli elementi sopraccitati sono essenziali al pari della sua formidabile protagonista, in una spy story in cui il doppio e triplo gioco sono la norma, tirando in ballo tutte le forze in causa, inglesi, sovietici, americani e francesi, il tutto all’interno di una Berlino diventata nel tempo il perfetto campo da gioco di una giungla in cui le fazioni ormai hanno senso relativo. La pellicola di David Leicht, che si affida alla grande prova fisica di Charlize Theron, remixa, non solo sonoramente, tutti gli elementi che mitizzano quel periodo, dalla musica, alla moda, al design, all’uso espressionista dei colori e della luce. Atomica bionda a modo suo, contrapponendo l’agilità femminile alla muscolarità maschile e facendo uso della violenza in modo coreografico e fisico, è un film che ritrae gli anni ’80 in modo decadente, sintetizzando nelle due Berlino le anime contrapposte di un decennio. L’ordine borghese e forzatamente raffinato e kitsch dell’Ovest, con l’anima suburbana, punk, rivoltosa e vitale dell’Est. Atomica bionda funziona anche grazie a questo, in costante equilibrio tra patina e sporcizia di superficie, ovviamente semplificando molto i cambiamenti culturali di un’epoca di transizione, comprensibilmente, e concentrandosi in particolar modo sull’esplosività dell’azione. Ovvia così a una narrazione non sempre pulita, a tratti confusionaria nel gioco tra agenti segreti e agenzie doppio e triplogiochiste, ma comunque senza compromettere la riuscita del sottotesto spionistico. C’erano l’Est e l’Ovest, c’era il pop e la new wave e Berlino lo zenit nel quale tutto si fondeva contraddittoriamente, e Atomica bionda vuole essere tutto questo, in modo divertito e divertente.
Atomica bionda [Atomic Blonde, USA 2017] REGIA David Leicht.
CAST Charlize Theron, James McAvoy, John Goodman, Sofia Boutella.
SCENEGGIATURA Kurt Johnstad. FOTOGRAFIA Jonathan Sela. MUSICHE Tyler Bates.
Azione, durata 115 minuti.