Dialogo nel buio
“Non vedere vedendoci. Sviluppare la capacità di capire il tuo mondo da un punto di vista completamente diverso dal tuo, diventare a poco a poco Emma”: così Valeria Golino all’Ansa racconta il suo lavoro per interpretare Emma, la protagonista di Il colore nascosto delle cose, il nuovo film di Silvio Soldini, fuori concorso a Venezia 74.
Dopo Il comandante e la cicogna il regista torna al cinema con un lungometraggio che narra la storia di un incontro tra due persone completamente diverse, un uomo e una donna, un vedente e una non vedente. Un amore che potrebbe sembrare impossibile ma, dopo il “dialogo nel buio” in cui Emma (Golino) e Teo (Adriano Giannini) sentono la voce dell’altro per la prima volta, qualcosa in loro cambia e iniziano a mettersi in discussione. Con lo schermo nero e le voci over Soldini porta lo spettatore in quella stanza buia per abituarlo alla cecità di Emma, quella cecità che il cineasta ha già “studiato” nel documentario Per altri occhi. Il colore nascosto delle cose parte da quell’esperienza, dalla realtà, e diventa qui un film di finzione che oltre a narrare la vita di Emma sviscera i sentimenti suoi e di Teo con delicata emozione e cinico realismo. Da una parte c’è Teo, un pubblicitario di successo che tradisce la compagna, rifiuta la famiglia e tiene lontano il mondo; dall’altra Emma, un’osteopata non vedente, che si guarda attorno con bastone bianco, tatto (la sicurezza dei gesti nel lavoro, le dita che corrono lungo le cose e i corpi), olfatto, udito e memoria. Se l’uomo è divertente ma sa essere anche meschino, la donna è coraggiosa, accogliente e generosa nel dare; è proprio lei il centro del film, è lei a modulare luci, ombre e colori, grazie al corpo attoriale della Golino che riesce a cogliere anche le più piccole sfumature di un’emotività a cui è precluso lo sguardo. Emma fa, agisce, è indipendente, mentre Teo è bloccato in una leggerezza immobilizzante – non fa i conti con il presente e ancora meno con il passato. È la cecità (fisica e esistenziale) ad essere motore di ogni cosa e Soldini accompagna il pubblico in essa con stratagemmi formali che aiutano a comprendere i protagonisti e la loro storia. Ad un certo punto il mondo di Emma diventa sfocato (la scena del supermercato) e la donna barcolla, come ripiombata in un’oscurità di cui non capisce i contorni, sentendosi umiliata e ferita. Il colore nascosto delle cose è un film semplice, lineare, che osa poco (il finale ne è un esempio) ma che risulta piacevole grazie ai suoi due attori calati perfettamente nei loro personaggi.
Il colore nascosto delle cose [id., Italia/Francia/Svizzera 2017] REGIA Silvio Soldini.
CAST Valeria Golino, Adriano Giannini, Arianna Scommega, Laura Adriani, Anna Ferzetti.
SCENEGGIATURA Doriana Leondeff, Davide Lantieri. FOTOGRAFIA Matteo Cocco. MUSICHE Gian Luigi Carlone.
Drammatico, durata 115 minuti.