Je suis Norman. Forse
Un uomo comune, o meglio l’uomo per tutte le stagioni ambientato nel mondo contemporaneo. Il Norman che Richard Gere interpreta nel film di Joseph Cedar è un grumo di ambiguità, il simbolo di un sistema politico ed economico basato sul nulla, ma di questa ambiguità irrisolta risente anche il film.
Norman è un faccendiere, un non meglio precisato tuttofare che aiuta uomini più o meno potenti a risolvere problemi o ad ottenere qualcosa. Si muove al limite della legalità e della credibilità: e quando il gioco si fa più grande di lui, tramite il rapporto con il primo ministro israeliano, la sua stessa persona rischia di colare a picco. Scritto dallo stesso Cedar, L’incredibile vita di Norman (titolo originale da pièce teatrale o romanzo di tendenza: Norman: The Moderate Rise and Tragic Fall of a New York Fixer) è un dramma satirico di media ambizione che non riesce a fare di questa medietà di tono il suo punto di forza. “Né carne né pesce la mia angoscia non decresce” cantavano Elio e le Storie Tese, e potrebbe essere il motto di un personaggio intraprendente e cialtrone allo stesso tempo, una sorta di Olivia Pope di Scandal ma senza cinismo, abilissimo ad aggirare le leggi, a costeggiare lo stalkeraggio mantenendo l’animo infantile, ingegnoso ma preso dall’ansia di fallire. Un personaggio perfetto per raccontare l’integrità e il compromesso in questi tempi fatti di biglietti da visita fasulli e presunti gradi di separazione: ma al di là di qualche buono spunto nella scrittura (per esempio, l’uso di oggetti ricorrenti a descrivere i cambiamenti del protagonista, come le scarpe o i pasticcini), Cedar non riesce mai a dare davvero forza a questa via di mezzo morale e spirituale, relegando la forma cinematografica alla mediocrità. A partire dalla descrizione di un protagonista che ispira più pena e disperazione che interesse, con quei capelli e quelle orecchie basse, per arrivare a un andamento troppo compassato e sfilacciato (con punte di tenue bruttezza), L’incredibile vita di Norman non riesce a gestire la narrazione, la tensione e il crescendo previsti dallo script, dando l’impressione di un adattamento poco riuscito di un bel testo off-Broadway. Gere s’impegna molto, come sempre nei film degli ultimi anni da lui scelti in base a questioni e contenuti etici, ma non basta, ovviamente, così come non basta la morale “Siamo tutti Norman” o “Tutti abbiamo un Norman da affrontare”. Una parabola esemplare tramutata così in un film distante.
L’incredibile vita di Norman [Norman: The Moderate Rise and Tragic Fall of a New York Fixer, USA 2016] REGIA Joseph Cedar.
CAST Richard Gere, Lior Ashkenazi, Michael Sheen, Steve Buscemi, Charlotte Gainsbourg.
SCENEGGIATURA Joseph Cedar. FOTOGRAFIA Yaron Scharf. MUSICHE Jun Mikaye.
Drammatico, durata 117 minuti.