SPECIALE STEPHEN KING
L’intimità dell’orrore
L’intera cinematografia di Brian De Palma è composta da vittime: vittime del sistema, vittime della società, vittime dei vizi, vittime di se stessi. In buona parte della sua filmografia, il regista italoamericano mette in scena personaggi incapaci di superare le debolezze e spesso resi martiri da un sistema (politico, giudiziario, scolastico) che li stritola.
Ma i protagonisti “depalmiani” mostrano di essere vittime non solo di ciò che è più grande di loro, ma lo sono anche di loro medesimi. Tony Montana di Scarface e Carlito Brigante di Carlito’s Way non sono solo pedine di un mondo criminale, ma sono anche vittime dei loro vizi. Lo è anche il Jimmy Malone di Sean Connery ne Gli intoccabili, personaggio assuefatto alla propria volontà di dare la caccia al ladro, ma che da sempre è stato vittima del sistema criminale dilagante negli anni ’20. Carrie diventa quasi il simbolo, nella filmografia depalmiana, del contrasto insito in questi personaggi, sconfitti da qualcosa che è più grande e allo stesso tempo anche da ciò che si trova all’interno di loro stessi. La ragazza rappresenta una vittima totale in quanto emarginata perché lontana dalla società delle apparenze promossa dalla middle class americana, succube di una madre eccessivamente religiosa e bigotta e, soprattutto, portatrice di poteri paranormali tali da essere considerata una freak. Proprio come Redacted, Carrie – Lo sguardo di Satana ci narra della perdita dell’innocenza (la celeberrima sequenza iniziale della doccia), e della sottomissione dell’uomo ai propri istinti (l’altrettanto celebre scena del ballo); De Palma però realizza una pellicola che, contrariamente al tema trattato, risulta essere estremamente controllata, in cui la regia è a tratti virtuosistica e densa di citazioni cinefile (su tutti il solito e amato Hitchcock). Ma sono proprio questi aspetti che, visto oggi, rendono Carrie un film estremamente godibile e per niente invecchiato seppure l’ambientazione liceale sia stata abusata dagli horror negli ultimi tempi. De Palma riesce a creare un delicato equilibrio in cui la regia controllata si fonde con un tema estremamente intimista; il film del resto tratta della maturità femminile, senza che il primo aspetto prenda il sopravvento sul secondo. La fotografia del film è capace, in varie situazioni, di dare un senso di appannamento all’immagine e di regalare all’intera opera l’intimità necessaria affinché ci si senta parte della strana vita di Carrie White, senza per questo far dimenticare allo spettatore di essere di fronte ad un film dell’orrore.
Carrie – Lo sguardo di Satana [Carrie, USA 1976] REGIA Brian De Palma.
CAST Sissy Spacek, Piper Laurie, Amy Irving, William Katt, John Travolta.
SCENEGGIATURA Lawrence D. Cohen (tratta dal romanzo Carrie di Stephen King). FOTOGRAFIA Mario Tosi. MUSICHE Pino Donaggio.
Horror/Drammatico, durata 98 minuti.