Le ragioni del corpo nel suono di una calibro 45
Fin dall’incipit, la musica elettronica carpenteriana di Giorgio Moroder e Raney Shockne ci introduce nella dimensione estetica che Walter Hill ha scelto per Nemesi: quella del B-movie posto all’incrocio tra cinema di 30 anni fa e indipendenza contemporanea. Ma a differenza del precedente e apprezzabile Jimmy Bobo, il nuovo (e travagliato, come al solito) lavoro del regista gioca con temi e visioni per nulla giocose.
Al centro c’è un killer a pagamento a cui una dottoressa, per vendicare l’assassinio del fratello, cambia sesso: diventato improvvisamente donna, il sicario cerca di trovare la verità e poter regolare i conti, ma anche di adattarsi a un nuovo corpo. La sceneggiatura scritta dallo stesso Hill con Denis Hamill è in pratica la versione pulp di Nei panni di una bionda di Blake Edwards e del sottovalutatissimo (per chi scrive) La pelle che abito di Almodovar e come quelli utilizza il meccanismo di genere per costruire un discorso non banale. Che qui riguarda un tema atavico eppure attualissimo in tempi di sessualità liquida e identità sublimata, ovvero il rapporto tra corpo e identità, la relazione culturalmente – più che fisicamente – inscindibile tra il sesso (come pratica e soprattutto come membro genitale) e il proprio stare al mondo, capirsi, “possedere se stessi”, come si dice nel film. Hill racconta con una forma esplicitamente fumettistica – dagli inserti grafici alle inquadrature, fino al cattivo scienziato pazzo (una Sigourney Weaver di grandissima dignità) – il dramma di una persona che nel transitare da un sesso all’altro deve riplasmare il proprio Io, il proprio modo di vedere, desiderare, agire, in cui il sesso e le sparatorie (la cara vecchia fallica pistola) sembrano figlie di una stessa passione. E questa passione, questo sporco lirismo di cui la voce off di Michelle Rodriguez si ammanta, raccontando il suono di una calibro 45 che non mente mai, è quella che anima Hill, il cui spirito permette di prendere sul serio uno script blando che non aiuta il ritmo narrativo, la cui coerenza gli permette di realizzare un finale in cui lo scontro non è fisico né esplosivo ma psichico, il cui mestiere fa superare gli scogli di un film “economico e con qualche bel nome nel cast” come da richiesta della produzione e accettare persino il ridicolo travestimento iniziale della protagonista. Hill sceglie il tocco appropriato e il taglio giusto, concreto ed efficace, adatto a un film con certe pretese, certe ambizioni, non si innalza mai al di sopra di un progetto che in molti considerano fallimentare (come ha fatto per esempio Alfredson in L’uomo di neve), ma lo tratta con onestà e sguardo lucido. E finisce per riabilitarlo.
Nemesi [The Assignment, USA 2016] REGIA Walter Hill.
CAST Michelle Rodriguez, Sigourney Weaver, Tony Shalhoub, Anthony LaPaglia.
SCENEGGIATURA Walter Hill, Denis Hamill. FOTOGRAFIA James Liston. MUSICHE Giorgio Moroder, Raney Shockne.
Thriller/Azione, durata 95 minuti.