Non sono bello, piaccio!
Un senso neanche troppo sottile di nostalgia, paradossalmente quasi malinconico, pervade l’operazione che dei vituperati, simbolici, amati e odiati cinepanettoni è la chiusura del cerchio: Super vacanze di Natale, il megamontaggio di spezzoni curato da Paolo Ruffini.
Corna, sesso, doppi sensi, scoregge, vaffanculi, “li mortacci”, cialtroni, puttanieri, tette e culi, modelle, starlette, coatti, cumenda, bauscia, popolani arricchiti e borghesi truci si susseguono in un fuoco di fila autocelebrativo che a un certo punto assume i contorni del flusso di coscienza, vagamente suddiviso in capitoli tematici. Di per sé il film è questo, nulla più, pur con una coerenza interna fatta di rimandi e collegamenti tra le varie sequenze. Lunghissimi titoli di coda con cui chiudere definitivamente un’epoca che già da qualche anno mostrava tutti segni del tempo, con battute e spezzoni divertenti e altri molto meno. Questo non significa che non si possano trarre riflessioni interessanti. La prima è la conferma che il trentennio del cinepanettone non è sempre stato uguale a se stesso e che si può dividere in due parti, con – indicativamente – la metà degli anni ’90 come inizio di un declino sempre più inesorabile. C’è notevole differenza tra Yuppies e Natale in Sudafrica, e c’è un abisso tra Jerry Calà e Paolo Ruffini. Film ruspanti, beceri, volgari e chiaramente popolari quelli del primo periodo, capaci però di divertire facendo leva anche sul valore catartico della volgarità e in grado pure di tratteggiare con ironia “l’Italia da bere”; sempre più ripetitivi, stanchi, uguali a loro stessi e più accondiscendenti verso i difetti dei loro protagonisti quelli del secondo. Questi abissi e questo declino traspaiono chiaramente in Super vacanze. La seconda cosa interessante, più psicologica che critica, è proprio legata alla nostalgia. Che non è solo quella degli appassionati, di chi dava appuntamento, forse l’unica volta all’anno, alla sala cinematografica durante le vacanze di Natale. È la nostalgia paradossalmente anche di chi, per cinefilia o per gusto, era tra i detrattori. Usciti da Super vacanze il cinepanettone riecheggia come un elemento ricorrente, nel bene o nel male, che sia per il piacere della visione o per l’espressione di uno sdegno o di un distacco, di una stagione della vita ormai trascorsa e di un’Italia diversa. Un po’ come un calciatore non eccellente ma protagonista dei 90° Minuto condotti da Galeazzi, o un programma tv non memorabile visto con i nonni. E poi come faranno ora coloro che non conoscono, mettiamo, Jia Zhang-ke o Pablo Larraín, che hanno sempre disprezzato a prescindere e per partito preso le operazioni troppo popolari, a giustificare Ozpetek, il cinema francese midcult più autoreferenziale o le Comencini e far così finta di essere appassionati di cinema?
Super vacanze di Natale [Italia 2017] REGIA Paolo Ruffini.
CAST Massimo Boldi, Christian De Sica, Jerry Calà, Nadia Rinaldi, Ezio Greggio, Monica Scattini.
SCENEGGIATURA Paolo Ruffini. MONTAGGIO Paolo Ruffini. MUSICHE Michele Braga.
Comico, durata 86 minuti.