A nessuno piacciono le guardie
Claustrofobia, oppressione ma anche immedesimazione, rabbia e sentimenti perturbanti: ecco cosa provoca Effetto Lucifero, pellicola che Kyle Patrick Alvarez ha “tratto” dall’omonimo esperimento che il professore Philip Zimbardo compì nel 1971 alla Stanford University.
Un gruppo di volontari si sottopone alle cure di un team universitario per simulare una prigione in cui guardie e carcerati dovranno comportarsi seguendo le proprie pulsioni dettate dalla situazione. Un caso psicologico che sconvolse realmente l’opinione pubblica e gli stessi scienziati che ci lavorarono, dimostrazione di come l’animo umano portato all’estremo dia sfogo sue più bieche sfaccettature. Alvarez tratta l’argomento senza interpretare il suo pensiero: grazie alla schiettezza esemplare della messinscena sembra quasi di vedere un documentario. Gli attori diventano manichini nelle mani della storia e, lo si può sospettare vedendone i volti e gli sguardi, la lavorazione del film li ha sicuramente segnati. Nota personale: penso che quello che gli interpreti hanno provato sul set è in parte simile a ciò che provai io quando recitai in Noccioline, testo teatrale scritto da Fausto Paravidino all’indomani dei fatti del tristemente noto G8 di Genova. In quel caso ero un prigioniero, e le “ferite” psicologiche che mi rimasero nell’animo per molto tempo furono realmente forti. Provare, anche se per finzione, ad essere delle vittime quasi kafkiane e inermi è un esperimento mentale formativo. La fotografia e lo stile utilizzato da Alvarez, con giochi di ombre e luce improvvisamente incandescente, rendono bene l’inquietudine delle vittime e la prevaricazione quasi sensuale dei carnefici, con il “semplice” uso della messa in scena. Non è banale sottolineare la genuinità della sequenza in cui i volontari tentennano nello scegliere quale personaggio interpretare nell’esperimento, “a nessuno piacciono le guardie” ma interpretarle poi rivelerà una natura angosciante: così come nel 1971 anche oggi nessuno si professa “cattivo” ma esserlo è una goduria. E il professor Zimbardo (un buon Billy Crudup) diventa un novello spettatore mediale, voyeur e avido di nuove immagini soprattutto se crudeli. Noi spettatori sappiamo che quello che vediamo è falso, come lo sapevano i protagonisti dell’esperimento, ma immedesimarsi è d’obbligo. I fatti di cronaca ci raccontano ancora che sono situazioni reali. E la cosa non può che farci chiudere gli occhi per non soffrire, ma qualcosa ce lo impedisce…
Effetto Lucifero [The Stanford Prison Experiment, USA 2015] REGIA Kyle Patrick Alvarez.
CAST Billy Crudup, Ezra Miller, Michael Angarano, Tye Sheridan.
SCENEGGIATURA Tim Talbott. FOTOGRAFIA Jas Shelton. MUSICHE Andrew Hewitt.
Drammatico/Thriller, durata 122 minuti.