50 sfumature di sparrow
Dominika Egorova sogna di diventare una grande ballerina, ma un giorno un incidente la costringe ad abbandonare la danza. Per continuare a mantenersi e accudire la madre malata, decide di accettare la proposta di suo zio, un importante membro dei servizi segreti russi. Diventerà una “sparrow”, spia che sfrutta avanzate tecniche di seduzione per ottenere ciò che desidera.
Diciamolo subito: il più grande problema del film di Francis Lawrence è quello di non sapere da che parte stare; Red Sparrow sembra infatti uno spy movie che ammicca continuamente al cinema erotico, non riuscendo però mai a liberarsi dalla fanghiglia del politicamente corretto. In realtà lo stile è assai furbetto e ci si accorge immediatamente che ciò non è assolutamente casuale: c’è un’impronta che si nota, in particolare, nella caratterizzazione dei personaggi principali, assemblati per fare leva su un immaginario libidinoso che dovrebbe smuovere il desiderio di un esercito di ingenue coppiette eterosessuali (la sensazione è quella che si voglia ricreare un brand simil-50 sfumature di X, partendo naturalmente da un genere differente). Il fatto è che manca il coraggio in ogni aspetto della messa in scena e per buona parte – come si diceva una volta – ci si annoia. Si capisce che c’è stato il bisogno di impostare il tutto per creare le premesse di quella che diverrà una probabile serie, ma non c’è un momento che sia uno che aiuti a non dimenticare il film trascorsi i primi dieci minuti successivi all’uscita dalla sala: personaggi impalpabili, scene montate con inspiegabili ellissi e jump-cut (troppo girato a disposizione?), trame e complotti che sono la ripetizione di schemi oramai visti e rivisti, un finale sottolineato con un tono epico che vorrebbe sorprendere ma che non fa altro che replicare anche qui modelli già da troppo tempo digeriti. Si aggiunga, a tutto questo, il corpo della povera Lawrence, martoriato e inquadrato con un’imperizia che sta ormai da due anni almeno prolungando l’agonia di un’attrice che sembra sempre trovarsi lì per caso (vogliamo ricordare il terrificante Madre!? Meglio di no). La cosa che mi domando è come possa esistere ancora un cinema di questa risma nel 2018, che strizza l’occhio a nessuno (sembra guardare in una direzione vuota, che non comunica niente), che ricalca paradigmi che già una trentina di anni fa non avevano argomenti da utilizzare e che in un’epoca nella quale la parola d’ordine per moltissimo cinema di genere sembra essere “sinestesia”, non riesce nemmeno a mettere in piedi una scena di tortura che evochi, quantomeno in lontananza, quel perverso piacere che ha a che fare con la possibilità di osservare sullo schermo quello che non vorremmo mai accadesse nella realtà. Me lo chiedo, ma non so proprio come rispondermi.
Red Sparrow [id., USA 2018] REGIA Francis Lawrence.
CAST Jennifer Lawrence, Joel Edgerton, Matthias Schoenaerts, Charlotte Rampling, Mary-Louise Parker, Jeremy Irons, Ciarán Hinds.
SCENEGGIATURA Justin Haythe. FOTOGRAFIA Jo Willems. MUSICHE James Newton Howard.
Spionaggio/Thriller, durata 139 minuti.