Quando la fiamma violenta ed atroce spezzò gridando ogni suono di voce
Nel leggere tutto il magnifico Jonas Fink di Vittorio Giardino, giunto alla sua conclusione con la pubblicazione della parte finale, Una vita sospesa, si rimane meravigliati dalla capacità di tenere incollati i lettori, raccontando vicende lontane nel tempo, ma universali per la loro profondità, con lo scavo minuzioso nella psicologia dei personaggi, pur nella preponderanza dell’azione.
Più di trecento pagine fitte di eventi, in cui le storie dei protagonisti s’incrociano con le note vicissitudini politiche e sociali del territorio boemo, in un arco di quarant’anni, dal 1950 al 1990. Una vita intera, quella di Jonas Fink, di famiglia ebrea, figlio di uno psichiatra arrestato come dissidente e tenuto lontano dalla famiglia fino alla morte. A lungo Jonas cerca faticosamente di accettare la perdita della figura paterna. Lo aiuta una serie di incontri, dall’idraulico Slavĕk al traduttore di libri proibiti Pinkel, da cui Jonas eredita la gestione di una libreria, e così, gradualmente, il bambino timido della prima parte lascia spazio all’adolescente appassionato della seconda e all’uomo adulto della terza.
La sottigliezza di Giardino fa sì che i rimandi interni non risultino mai forzati, così come non sembrano didascaliche le citazioni di innumerevoli opere letterarie (quelle di Kafka in primis), in parte elencate nella bibliografia in coda al libro. Meno frequenti gli omaggi alla settima arte, ma di potenza cinematografica sono senz’altro la forte struttura narrativa alla Heimat, la successione fluida delle vignette, in cui due o anche tre avvenimenti vengono seguiti in “montaggio alternato” senza alcuna difficoltà, i virtuosismi mai gratuiti, come l’ombra da film noir che nasconde il volto di Jonas, dopo che ha tradito la compagna vietnamita Fuong con l’amore di sempre, la russa Tatjana, o una sorta di “split screen” in cui le metà complementari dei volti delle due donne amate da Jonas occupano vignette contigue. Infine, il lavoro di finezza sul colore, con l’incarnato dei personaggi che acquisisce un colorito più roseo nelle ultime pagine, rinunciando alla leggera desaturazione delle precedenti.
Nei 24 anni di preparazione dell’opera – le prime due parti sono state pubblicate in Francia nel 1994 e nel 1997 –, iniziata dopo la caduta del muro di Berlino e dedicata a tutte le persone che Giardino ha conosciuto nei Paesi del blocco sovietico, il grande fumettista ha avuto il tempo di rielaborare gli appunti, le fotografie e i disegni risalenti ai numerosi viaggi a Praga. Con la precisione dell’ingegnere, qual era prima di dedicarsi al fumetto, e le mappe della città del primo soggiorno praghese nel 1971, Giardino ricostruisce luoghi più o meno celebri della capitale, immergendoci tanto nel contesto geografico, quanto negli usi e costumi, nei consumi culturali di un’epoca irripetibile. Ma anche se è la Primavera di Praga il nucleo centrale della storia, il momento unico e spettacolare di svolta per il destino dei nostri eroi, la dolcezza del ricordo e il legame emotivo che si crea subito con Jonas e i suoi amici del gruppo clandestino Odradek per la salvaguardia dei libri censurati rendono indimenticabili anche le altre pagine. E nella terza parte, la libido insaziabile di Jonas e i nudi integrali delle sue due donne ci ricordano che Giardino è anche un ottimo fumettista erotico.
Jonas Fink – Una vita sospesa [Italia 2018] TESTI E DISEGNI Vittorio Giardino.
EDITORE Rizzoli Lizard.
Graphic novel, 335 pagine.