Luci e ombre nell’alba dell’era spaziale sovietica
Guarda con un occhio il felice passato spaziale russo e con l’altro i blockbuster di fantascienza a stelle e strisce più celebri degli ultimi decenni – vedi Interstellar e Gravity – questo nuovo esempio di rinnovamento del Cinema contemporaneo di Mosca. Durante la Guerra Fredda, per quasi mezzo secolo U.R.S.S. e Stati Uniti si sono affrontanti senza tregua e senza pietà nella corsa alla conquista spaziale. Ora, dopo il crollo del blocco sovietico, le due superpotenze spesso collaborano in progetti astronomici internazionali, per quanto appena possibile la cinematografia russa ribadisca gli importanti risultati spaziali ottenuti “mostrando i muscoli” con opere che trasudano patriottismo e imprese eroiche.
Lirismo, profondo senso estetico e attenzione alla forma sono le parole chiave che dominano The Spacewalker – Il tempo dei primi, ispirato al programma spaziale sovietico Voshod 2, che nel marzo del 1965 vide i cosmonauti Beljaev e Leonov partire da Baikonur alla volta dello spazio per effettuare la prima EVA (Extra-vehicular activity, il lavoro fatto da un astronauta nello spazio all’esterno della sua navicella) della storia della conquista spaziale. Cosa che all’inizio riesce perfettamente finché una carambola di guasti non interferisce nel rientro a bordo degli astronauti, mettendone a serio rischio il ritorno nell’atmosfera terrestre.
Dai blockbuster americani, The Spacewalker riprende l’attenzione formale all’effettistica, con buone ricostruzioni dei voli aerei e spaziali in CGI, per quanto talvolta involontariamente comici (la scena della crepa nel modulo spaziale riempitasi immediatamente di ghiaccio sfiora il ridicolo), nonché l’enfasi sul personaggio di Leonov, visto come il classico pilota “genio e sregolatezza”. Sono la passione per il volo, un ricorrente sogno infantile mai dimenticato e l’estremo attaccamento alla famiglia e alla nazione a spingerlo a scegliere l’Accademia Aereonautica anziché quella di Belle Arti. Assieme ad una bella dose di pragmatismo (l’indennità di frequenza della scuola militare era molto più alta che quella data agli studenti di arte, dirà poi nel film), di coraggio e di pazzia che lo rendono un pilota spericolato e, paradossalmente, candidato ideale per un viaggio nello spazio a bordo di una navicella sperimentale.
Sceneggiatura e regia si amalgano bene nel raccontare in modo veritiero – complice anche la consulenza dello stesso cosmonauta Leonov – questa “l’odissea nello spazio” (mai citazione kubrikiana fu più appropriata), presentata da media sovietici all’epoca come un clamoroso successo, i cui documenti solo di recente desegretati hanno svelato quanto in realtà fosse una missione contraddistinta da un susseguirsi di malfunzionamenti che fortunatamente non hanno portato a conseguenze mortali (come invece accadde per esperimenti precedenti, già portati alla luce da film come El cosmonauta).
The Spacewalker – Il tempo dei primi [Vremya Pervykh, Russia 2017] REGIA Dmitriy Kiselev.
CAST Yevgeny Mironov, Konstantin Khabensky, Vladimir Ilyin, Anatoly Kotenyov.
SCENEGGIATURA Yury Korotkov, Sergey Kaluzhanov, Irina Pivovarova (con la consulenza di Alexey Leonov). FOTOGRAFIA Vladimir Bashta. MUSICHE Yuri Poteenko.
Fantascienza/Avventura, durata 140 minuti.