SPECIALE PRODUZIONI DIFFICILI
Anche un film mai realizzato può lasciare un’impronta
Negli anni Settanta, Dune di Jodorowsky doveva rivoluzionare la fantascienza. Tratto dal romanzo seminale di Frank Herbert e interamente disegnato da niente meno che Moebius, lo storyboard è tutto ciò che rimane del progetto insieme con la traccia che se ne può trovare in tanti film successivi.
Quella di Dune è la storia di un fallimento divertente e paradossale, ottima per trarne un documentario. È difficile, infatti, immaginare due autori più distanti tra loro di Jodorowsky ed Herbert. L’uno, surrealista, intuitivo e lisergico, l’altro, padre di una fantascienza matura e disciplinata, inventore di una galassia lontana lontana che però, al contrario di Star Wars, è descritta minuziosamente sotto il profilo politico ed economico. È paradossale che il progetto di Dune abbia influenzato, tramite il suo storyboard che è girato per anni nelle mani dei produttori americani, proprio quella corrente “fantasy” della fantascienza che oggi è incarnata dal più fortunato film di George Lucas e dai suoi seguiti. Jodorowsky’s Dune spiega questo paradosso nel modo più semplice: il regista cileno non aveva nemmeno letto il romanzo di Herbert ed era, comprensibilmente, interessato a filmare la propria visione personale della fantascienza, un’opera spaziale che ponesse l’accento sugli aspetti più lisergici presenti nell’originale storia di Dune. L’altro − l’ultimo – paradosso è che il suo approccio infedele poteva essere proprio il più corretto da adottare davanti a un romanzo troppo lungo e dettagliato, che per natura rifiuta l’adattamento cinematografico. Quello che David Lynch dirigerà dieci anni dopo è, infatti, un adattamento piuttosto fedele e un film non del tutto riuscito, proprio perché, non potendo portare sullo schermo la straordinaria pregnanza del mondo di Dune, esso finisce per essere semplicemente una storia d’ispirazione biblica in salsa spaziale. Jodorowsky, una volta messo da parte il problema della fedeltà al romanzo, regala una serie di aneddoti sfiziosi sul suo rapporto con alcuni tra i più grandi artisti visionari del periodo, come Moebius e H.R. Giger, che hanno contribuito al progetto con una serie di disegni straordinari. Il cast prevedeva, tra gli altri, Salvador Dalì, Orson Welles e Mick Jagger e la colonna sonora prog rock avrebbe certamente reso Dune un’esperienza ancora più allucinata. Nonostante ciò, è impossibile dire se il film sia davvero un capolavoro mancato, se avrebbe davvero preso un posto nella storia del cinema come il documentario tenta di dimostrare. Con interviste a coloro che hanno lavorato al progetto e a registi contemporanei che discutono l’eredità di Dune (tra cui un entusiasta Nicolas Winding Refn), Jodorowsky’s Dune è una traccia significativa di un film che non è mai stato girato e un documentario spassoso su un progetto a dir poco ambizioso.
Jodorowsky’s Dune [id., USA/Francia 2013] REGIA Frank Pavich.
CAST Alejandro Jodorowsky, Amanda Lear, Brontis Jodorowsky.
FOTOGRAFIA David Cavallo. MUSICHE Kurt Stenzel. MONTAGGIO Paul Docherty, Alex Ricciardi.
Documentario, durata 90 minuti.