Il Cinema Ritrovato 2018, Bologna, 23 giugno – 1 luglio 2018
“Non hai cambiato il mondo, vero?” “No, ma ho cambiato la nostra strada”
Nella retrospettiva Marcello Come Here: Mastroianni Ritrovato (1954-1974), dedicata all’iconico attore nella XXXII edizione de Il Cinema Ritrovato di Bologna, Leone l’ultimo, del regista inglese John Boorman, è uno dei titoli meno noti al pubblico italiano (e non solo) nella vastissima filmografia di Marcello Mastroianni e conferma l’ecclettismo straordinario di un interprete multiforme, per nulla preoccupato di mantenere l’aura da divo internazionale conquistata con La dolce vita.
In Leone l’ultimo Mastroianni si cimenta in un ruolo stravagante, quello del ricco e annoiato ereditiere Leone, appassionato di ornitologia e in cerca di emozioni che scuotano un’esistenza piatta nella quale ripete continuamente di “non sentire niente”. Trovandosi suo malgrado a vivere nella grande casa paterna, curiosamente ubicata in un quartiere popolare della Londra del 1970, circondato da una corte servile di ambigui personaggi interessati solo al suo denaro (l’Avvocato, il Dottore, il Patriota, la Tata, la Stronza), scoprirà casualmente – osservando il volo dei piccioni con un piccolo cannocchiale – la vita di vari vicini di casa, in particolare di una famiglia di neri sottoproletari. La povertà, gli affanni e le violenze subite dalla giovane Salambo e dai suoi cari, convinceranno l’aristocratico a passare dalla contemplazione voyeuristica all’azione vera e propria, cercando un modo per riscattare l’esistenza di questi “ultimi della società” e dare nuova linfa alla sua vita, dopo aver finalmente trovato un nobile scopo a cui dedicarla.
Boorman, ancora in attesa della ribalta ottenuta con il cult movie Un tranquillo weekend di paura (1972), mette in scena un film stravagante, il cui evidentissimo e un po’ datato impianto ideologico si fonde – non sempre in modo armonioso – con l’ironia e il grottesco. Apologo trasognato e antiborghese, Leone l’ultimo racconta la presa di coscienza di un uomo un po’ folle e un po’ saggio, improvvisato agitatore delle masse e variabile impazzita che ripudia il suo mondo di ricchi e privilegiati – sbeffeggiato crudelmente in diverse scene (dalla “lezione-esercizio spirituale” in piscina alla cena di gala dove tutti gli invitati si abbuffano in modi ributtanti) – per tuffarsi a capofitto in quello, non certo idilliaco, del sottoproletariato urbano. Mastroianni impersona con il consueto stile misurato l’irrequieto Leone, che da passivo e annoiato guardone di piccioni sembra tramutarsi in Robespierre: un ribaltamento totale, che non può che condurre al cortocircuito, a un finale – letteralmente – pirotecnico.
Leone l’ultimo [Leo the Last, Gran Bretagna 1970] REGIA John Boorman.
CAST Marcello Mastroianni, Billie Whitelaw, Calvin Lockhart, Glenna Forster-Jones.
SCENEGGIATURA John Boorman, William Stair (tratta dalla commedia teatrale The Prince di George Tabori). FOTOGRAFIA Peter Suschitzky. MUSICHE Fred Myrow.
Commedia/Drammatico, durata 104 minuti.