La recluta
A dieci anni da Gran Torino, Clint Eastwood torna a dirigere un film di cui è attore protagonista. L’anziano veterano irritabile è di nuovo al cinema e noi ammiratori del cowboy dagli occhi di ghiaccio non vediamo l’ora che faccia la ramanzina ai giovani d’oggi come solo lui sa fare.
Earl Stone ha lo stesso volto del Walt Kowalski di Gran Torino ma il suo fisico è fragile, la sua presenza decisamente meno autorevole e più capace di farci sentire in pericolo quando tratta coi trafficanti di droga, nonostante sia in grado di metterli al loro posto – almeno verbalmente – quando la situazione lo richiede. Innamorato del proprio lavoro, Earl coltiva fiori da premio ma ha lasciato marcire i rapporti con la sua famiglia. Questa è l’altra fondamentale differenza tra lui e Kowalski: il senso di colpa, unito all’ingente bisogno di soldi dovuto alla bancarotta, che lo fa uscire di casa e rischiare grosso mettendosi in affari col cartello messicano. Stavolta non è il mondo esterno a piombare nella casa del vecchio reduce dal cuore indurito, ma lui stesso a cacciarsi nei guai quando le nuove tecnologie di comunicazione e consegna a domicilio rendono obsoleto il suo lavoro. Si tratta di due personaggi differenti: divisi da dieci anni di crisi economica, di Amazon, di ritorno dei repubblicani al potere e, naturalmente, d’invecchiamento del corpo di Eastwood che, coerentemente col proprio stile consolidato, pare indossare le rughe come se fossero trofei di guerra.
Non ci saremmo aspettati nient’altro e The Mule, un film che resta sempre attaccato al corpo del suo protagonista ed è quindi molto dipendente dalla sua prestazione attoriale, mantiene tutte le promesse fatte nel trailer. È una storia drammatica, forse nostalgica di un passato più semplice, ma per nulla retrograda o facilona. L’insospettabile “mulo” (chi trasporta grossi carichi di droga da un paese all’altro) ottantenne, ispirato a un fatto di cronaca vera, diventa simbolo e sintomo del suo tempo: un anziano tragicamente solo che per necessità si caccia nei guai come se fosse un ragazzino; un esodato ben oltre ogni speranza di trovare nuovo impiego, eppure pieno di energia e talenti che, ironicamente, sono apprezzati e sfruttati solamente dai malavitosi. Egli è così orgoglioso da non voler essere considerato una vittima delle circostanze, nemmeno quando ciò potrebbe alleggerire la sua situazione legale. A conti fatti, The Mule è tutto ciò che avremmo desiderato dal nuovo film di Eastwood e ci regala altre due ore in compagnia del suo personaggio scontroso e, a modo suo, nobile. Bisogna esserne felici: non sappiamo quando sarà l’ultima volta che vedremo il suo volto al cinema.
Il corriere – The Mule [The Mule, USA 2018] REGIA Clint Eastwood.
CAST Clint Eastwood, Bradley Cooper, Andy Garcia, Michael Peña, Dianne Wiest.
SCENEGGIATURA Nick Schenk. FOTOGRAFIA Yves Bélanger. MUSICHE Arturo Sandoval.
Drammatico, durata 116 minuti.