La vita e la forma
Tratto dal libro di memorie di Garrard Conley Boy Erased: A Memoir, il secondo film di Joel Edgerton racconta la vicenda di Jared Eamons, figlio di un integerrimo pastore battista dell’Arkansas, spedito nel centro di rieducazione “Love in action” per disintossicarsi dalle sue pulsioni omosessuali. Messo di fronte al rigido programma riabilitativo di Victor, Jared scoprirà che il bene più prezioso è la difesa della propria identità.
Jared (un misurato e sofferente Lucas Hedges), che aveva imparato a dare ordine alle sensazioni e ai sentimenti nei confronti del suo stesso sesso, è costretto a recitare un pirandelliano gioco delle parti, maschera in un’infinita parata di maschere, che annienta il fluire ininterrotto dei suoi sogni e dei suoi desideri per cristallizzarsi nella forma voluta dalla società “normale”. Boy Erased – Vite cancellate, nonostante pecchi di un eccessivo didascalismo e risulti spesso ingabbiato in uno schematismo fin troppo esemplificativo, è un’opera urgente e necessaria, da vedere per riflettere sull’oscurantismo medievale che aleggia in alcune zone dell’America più conservatrice.
Rispetto al precedente thriller claustrofobico The Gift – Regali da uno sconosciuto, in cui il non detto e lo straniamento domestico erano espedienti filmici capaci di dire e far vedere quanto basta per lasciare il posto ad una graduale rielaborazione, qui la storia si dispiega in un racconto a tesi ben organizzato ma poco fluido. Il contrasto tra la vita e la forma non può che rimanere sospeso in una rappresentazione di maniera, espressione di un cinema spiegato piuttosto che evocativo. A rendere più agevole l’immedesimazione dello spettatore e a penetrare le fitte maglie di una narrazione a volte pedante e didattica, ci pensano, però, papà Russell Crowe e mamma Nicole Kidman, i genitori del giovane Jared, che recitano di sottrazione e in toni sommessi; Edgerton, invece, che ama ritrarsi nei ruoli da villain carismatico e subdolo, interpreta il terapeuta che prova in tutti i modi a redimere l’anima persa con i suoi metodi autoritari.
Al netto di una rappresentazione fin troppo programmatica, Boy Erased – Vite cancellate, contribuisce alla denuncia di realtà ottuse e sadiche come i centri correzionali, grazie allo slancio appassionato del regista, sceneggiatore e interprete Edgerton, che non lesina in dettagli disturbanti e in scene che destano sgomento e raccapriccio, tanto da sembrare lo scenario irreale di un’opera di Margareth Atwood declinata nella tematica omosessuale. Grazie ad un film come questo, che esce nello stesso anno del più frizzante e vivace La Diseducazione di Cameron Post, il regista apre un’importante inchiesta, esercitandosi nel dramma sociale impietoso e ben disciplinato e riuscendo a lasciare sgomenti di fronte all’arretratezza culturale di alcune realtà statunitensi.
Boy Erased – Vite cancellate [Boy Erased, USA 2018] REGIA Joel Edgerton.
CAST Nicole Kidman, Russell Crowe, Lucas Hedges, Joel Edgerton, Flea, Joe Alwyn.
SCENEGGIATURA Joel Edgerton (tratta dal libro Boy Erased: A Memoir di Garrard Conley). FOTOGRAFIA Eduard Grau. MUSICHE Daniel Bensi, Saunder Jurriaans.
Drammatico, durata 114 minuti.