Prendere del Toro per le corna
Sarebbe giusto, quasi doveroso non fare paragoni tra i due Hellboy diretti da Guillermo del Toro e la nuova versione del fumetto di Mike Mignola diretta da Neil Marshall. Se non fosse che fin dalle prime due sequenze, il film sembra ammiccare o addirittura sfottere l’immaginario del regista messicano, come nella sequenza della lucha libre che ricalca una vecchia idea di Del Toro (messa in scena nella serie The Strain).
Anche perché basterebbe dare un’occhiata al prologo in bianco e nero, realizzato come una demo della XBox e montato come un brutto trailer per capire che ogni paragone è impietoso, così come il flashback dedicato alla nascita del diavolone. Si può provare ad accontentarsi di ciò che c’è, ovvero la storia – scritta da Andrew Cosby mescolando vari archi narrativi del fumetto – di Hellboy alle prese con una regina immortale che dal passato vuole tornare per distruggere la Terra e una profezia che lo vede emissario dell’Apocalisse.
Al di là del fatto che il dilemma intimo del personaggio è sempre lo stesso (umano o mostro?) e al terzo film sarebbe il caso che ci avesse fatto i conti, a maggior ragione che la risoluzione avviene sempre nel medesimo modo, il nuovo Hellboy è prodotto che cade a pezzi, un assemblaggio di momenti mediamente mal realizzati e che non riesce mai a esprimere qualcosa se non la sua intenzione di essere sbruffone e tamarro: intenzione che per realizzarsi però avrebbe bisogno di una regia, di un montaggio, soprattutto in questo caso di una produzione in grado di non far sembrare la pellicola un insaccato di materiali di scarto.
Sorprende soprattutto la mancanza di un’idea di spettacolo, sostituita dalla confusione, dal rumore, dalla musica, dal martellamento di una computer grafica meno che mediocre e dello splatter, dall’idea che il pubblico di un film del genere vada anestetizzato. Marhsall si accontenta di ciò che gli danno e non riesce a ravvivare nulla (anzi: guardare l’orrido piano-sequenza della lotta con i giganti), punta al videogioco di terza fascia perché ha capito che quello vogliono i committenti. Peccato: basterebbe arrivare sani e salvi al sotto-finale per accorgersi che volendo ci sarebbe stato il modo di farne qualcosa di simpatico. E invece è il riciclo di qualcosa già scaduto.
Hellboy [id., USA 2019] REGIA Neil Marshall.
CAST David Harbour, Ian McShane, Milla Jovovich, Sasha Lane.
SCENEGGIATURA Andrew Cosby. FOTOGRAFIA Lorenzo Senatore. MUSICHE Benjamin Wallfisch.
Azione/Fantastico, durata 121 minuti.