Quello che si trova nell’effetto era già nella sua causa
La mente di Kevin Huizenga è probabilmente un reticolo pieno e intricato di pensieri, mondi e intenzioni, paesaggi che sormontano le idee e viceversa. Un ricco panorama che alimenta la creatività e stimola modi sempre nuovi per affrontare il bisogno di comunicare le immagini, con soluzioni grafiche sempre intricate seppur intrinsecamente classiche. Quella affrontata nel Fiume di notte sembra quasi configurarsi, allora, come una vera e propria sfida: frazionare il tempo, dare una prova di cosa potrebbe effettivamente significare percepire il suo svolgersi e cercare di comprendere come la vita sia essenzialmente e profondamente condizionata dal nostro rapportarsi con esso.
L’operazione si presenta per Huizenga talmente complessa da sentire la necessità di affrontarla con l’aiuto di un personaggio di una sua famosa serie, che dovrebbe rappresentare il prototipo di uomo comune: Glenn Ganges.
In realtà Glenn è comune fino a un certo punto: la sua mente, come quella di Huizenga, vaga, quasi sempre la notte, e indaga le impossibilità relative al vivere l’esperienza del tempo. Il suo lavoro, le sue passioni, la sua compagna Wendy sono tutte parti di un tutto che si articola attraverso una sorta di evoluzione creatrice del flusso di coscienza. Che sia entrare dentro un eccentrico videogioco o dissertare senza soluzione di continuità di un trattato di geologia, la mente di Glenn è un motore organico e instancabile che ci trascina all’interno di mondi tanto intimi quanto universalmente riconoscibili. Intimi perché appartenenti a un sentire personale che può essere condiviso solo da un individuo che abbia vissuto una vita simile a quella di Glenn, riconoscibili perché nei suoi ragionamenti c’è sempre un modo di peregrinare negli spazi notturni e del sonno, che accomuna l’intera umanità. Il passato allora si scontra con il presente, il futuro è un obbiettivo da puntare, apprendendo che il suo raggiungimento vale tanto quanto quello di un ricordo che ci trascina molto indietro nel tempo. La straordinaria maestria di Huizenga sta nel riuscire a dare sempre più spessore a questa ossessione per la comprensione di cosa possa voler dire capire il tempo. La sua capacità di far intersecare gli spazi privati di Glenn alle sue ansie infinite è evidente e si manifesta per mezzo di un vasto sistema di riferimenti e strutture visive, in alcuni istanti eccezionalmente complesse. Quella del Fiume di notte è veramente un’immersione nel blu della notte (si noti come le primissime tavole del libro ci trascinano rapidamente dalla luce intensa del pieno giorno a quella tenue del tramonto), dove lo spazio e il tempo si amalgamano e dove ogni cosa sembra, nelle elucubrazioni di Glenn, confondersi su un unico piano. D’altronde, come sosteneva Henri Bergson, “il presente non contiene niente di più rispetto al passato, e quello che si trova nell’effetto era già nella sua causa”.
Il fiume di notte [The River at Night, Stati Uniti 2019] TESTO E DISEGNI Kevin Huizenga.
EDITORE Coconino press.
COLLANA Coconino warp.
Graphic novel, 216 pagine.