Šostakovič o l’eterno conflitto tra arte e potere
Arrivato in Italia due anni dopo il Premio della Giuria vinto al Festival di Annecy, Il naso o la cospirazione degli anticonformisti è un film d’animazione con cui il regista Andrey Khrzhanovskiy parte da Il Naso di Gogol’ e dall’omonima opera di Šostakovič per realizzare un lungometraggio diviso in tre capitoli, anzi tre “sogni”, che passa dalla storia satirica e surreale ideata dallo scrittore russo per arrivare alle censure staliniane.
Tutto ciò tramite un montaggio vorticoso e trascinante dove si alternano e si uniscono diverse tecniche d’animazione (tradizionale, CGI, collage digitale), materiale d’archivio, spezzoni di classici del cinema sovietico e riprese contemporanee per dare vita a un film complesso e stratificato, ricco di riferimenti storici, letterari, musicali e cinematografici in cui il racconto di Gogol’ è soprattutto un punto di partenza per elaborare una riflessione più ampia sulla storia della Russia e sul rapporto tra cultura e potere.
Nel film in questione si fa riferimento in modo particolare alle difficoltà incontrate da artisti e intellettuali durante lo stalinismo, quando il governo ostacolava le sperimentazioni formali in favore di opere più classiche e tradizionali. E anche se Khrzhanovskiy mette al centro soprattutto la vicenda di Šostakovič, in realtà i diversi inserti de La corazzata Potemkin, Ottobre e Ivan, il Terribile e la presenza di Ejzenstejn come personaggio animato rimandano anche alla storia del cinema sovietico del periodo, che passò dalle avanguardie formaliste degli anni Venti al realismo socialista imposto dal regime nel decennio seguente. Nel rappresentare il conflitto tra esigenze intellettuali e censure governative, il film non fa riferimento soltanto al passato del suo Paese, ma anche alla sua contemporaneità (si pensi al video in cui Putin discute dei fondi alla cultura in Crimea), ponendo così una riflessione più ampia e universale sullo scontro tra arte e burocrazia, cultura e potere, in particolar modo quello dittatoriale.
Proprio per questi motivi, il mix di riferimenti culturali e di epoche storiche presenti nell’opera – da Bulgalkov a Meje’chord, da Gogol’ a Šostakovič, da Ejzenstejn all’arte formalista sovietica, dalle carrozze agli aerei, da antichi proiettori ai cellulari – non è da considerare solo come un divertito pastiche intellettuale, ma è da ritenere piuttosto come parte strutturale della riflessione universale portata avanti dall’autore.
Con Il naso o la cospirazione degli anticonformisti ci troviamo dunque di fronte a un film complesso ma coerente, amaro nei contenuti ma ironico nei toni, che risulta al tempo stesso ostico e affascinante per il ritmo vorticoso e la ricchezza d’idee.