Maura, ma(dre)pa(dre) con qualcosa in più
Eve Kosofsky Sedgwick, una delle voci più autorevoli del pensiero gay e lesbico e tra le fondatrici della teoria queer, racconta nel suo Stanze private – Epistemologia e politica della sessualità l’uscita dal Closet, il coming out.
È un’immagine felice quella del Closet, termine con il quale non solo si definisce il nascondiglio, il ripostiglio, rappresentando così l’INTIMO, il PRIVATO, ma si fa riferimento anche all’autodeterminazione e alla LIBERTÀ civile. Questa premessa è utile per comprendere lo sforzo emotivo, epistemologico e politico che compie Mort (strepitoso Jeffrey Tambor), protagonista di Transparent, web serie di dieci puntate ideata da Jill Soloway (sceneggiatrice e produttrice di United States of Tara e Six Feet Under) e prodotta da Amazon. È una figura affascinante quella del trans, Donna e Uomo in un corpo unico, mito dell’androgino fattosi carne, a cui si agganciano problemi di linguaggio riempito di mancanze e lacune. Mort è un professore universitario, divorziato con tre figli che decide di uscire allo scoperto, svelare Maura. Si è sempre sentito donna, ma abiti coercitivi, imposizioni e pregiudizi dettati dal “sesso cromosomico”, dal comune senso del pudore intriso di moralismo hanno nascosto Maura. Essere e vestire i panni dell’uomo anche se uomo non ti senti, farti “comandare” dal “Pene” perché la Cultura vuole questo: una vita di inganni, segreti – intorno a questi ruota la sessualità e la dicotomia ignoranza/conoscenza –, bugie, ma dentro alla “stanza privata” sei ciò che sei in realtà: Maura. Transparent si appoggia allo stipite della porta, al limite tra intimo e pubblico, tra libertà (Donna) e prigionia (Uomo). Seguiamo la nascita di una donna e la morte di un uomo, Maura impara a camminare, sedersi, truccarsi per presentarsi al mondo, e assistiamo alla costruzione di quell’identità di genere che prima è stata solo “agita” in luoghi protetti. Profumi, capelli lunghi, unghie smaltate non sono più “maschera”, “gioco” che Mort ama indossare ma diventa SCELTA. Mort/Maura è il centro della serie, ma attraverso il suo coming out lo sguardo si allarga. Transparent sviscera l’identità di genere e la sessualità, declinata in tutte le sue sfumature, la famiglia, il rapporto genitori/figli. La prole di Mort/Maura è cattiva, egoista, infantile, irriverente, si sente il centro del mondo e porta con sé ad ogni passo il bagaglio di storie, di sesso, di sbagli, accettando con insensibile superficialità di porre il proprio imprimatur sulle scelte del padre. Mentre in altri film e serie tv (Queer as Folk) il trans, come l’omosessuale, è fortemente caratterizzato dal punto di vista erotico, spettacolarizzando il suo essere (Priscilla la regina del deserto, Hedwig – La diva con qualcosa in più), qui invece a metà tra dramma e commedia, appoggiandosi ad una forte scrittura, si fa riferimento al quotidiano, abbracciando la vita di Mort/Maura con delicatezza e sensibilità.
Transparent [USA 2014] IDEATO DA Jill Soloway.
CAST Jeffrey Tambor, Amy Landecker, Gaby Hoffmann, Jay Duplass, Judith Light.
Commedia/Drammatico, durata 28-30 minuti (episodio), stagioni 1.