SPECIALE JOSS WHEDON
Niente di più che un gioco
Si narra che il 15 luglio 2008, giorno della messa in rete della prima parte di Dr. Horrible’s Sing-Along Blog, furono talmente in tanti a cliccare sulla pagina del sito da farlo andare in crash.
Era normale che ci fosse tanta attesa per un progetto simile; il poliedrico Joss Whedon aveva infatti saputo gestire la promozione con grande intelligenza e l’idea di una distribuzione sul web era sicuramente una delle sue carte vincenti. La sensazione che però si ha oggi vedendo questa web serie in tre atti – al di là del riconoscerne ancora le doti produttive e distributive precorritrici – è quella di assistere a niente di più che ad un divertissement. Non che il frullato di generi messo in scena (siamo tra il musical – sicuramente la parte preponderante – e la commedia, la fantascienza e il dramma) non funzioni, non che non ci sia una volontà di costruire un discorso che giochi con questi stessi piegandoli al proprio volere a seconda delle necessità di narrazione, ma il fatto è che dopo poco si manifesta una debolezza organica, che è poi proprio ciò che rende il tutto troppo godibile e ludico e mai, purtroppo, degno di accendere una vera riflessione sugli argomenti trattati. La storia che ci viene raccontata vede protagonisti il Dottor Horrible (del quale conosciamo l’identità segreta), aspirante membro della Evil League of Evil, Capitan Hammer (nemico giurato di Horrible) e Penny, un’ingenua fanciulla della quale i due (chi più chi meno) sono innamorati. Il modo classico di farli interagire e la struttura aristotelica in tre atti hanno l’intento di preparare lo spettatore a quello che dovrà essere, con un colpo di coda, il sovvertimento dell’ultima parte del racconto. Tutto infatti sembra essere concepito e predisposto per un finale moralistico, dove il buono trionfa sul cattivo e il mondo diventa comprensibile e privo di contraddizioni. E invece no: niente di tutto ciò viene rispettato. Questa, allora, dovrebbe configurarsi come una qualità che riesce a salvare l’opera, ma anche se il caos regna perché i personaggi non sono in grado di mantenere una propria identità o perché chi deve essere salvato alla fine non viene salvato (e ritengo che, tutto sommato, sia proprio questo l’aspetto più interessante del racconto), si ha l’impressione di avere tra le mani un oggetto che, a conti fatti, deve anche alla sua breve durata complessiva (circa quarantadue minuti) quell’incapacità di addentrarsi nei meandri emotivi dello spettatore. Forse è proprio questo il punto critico: a visione terminata, dopo pochi giorni, rischiamo di esserci già dimenticati del Dottor Horrible e di tutti gli altri personaggi. Cosa che – per quanto mi riguarda – mai e poi mai dovrebbe accadere a qualsiasi serie (web o tv, poco cambia) di valore.
Dr. Horrible’s Sing-Along Blog [Id., USA 2008] REGIA Joss Whedon.
CAST Neil Patrick Harris, Nathan Fillion, Felicia Day, Simon Helberg.
SCENEGGIATURA Joss Whedon, Zack Whedon, Maurissa Tancharoen, Jed Whedon. FOTOGRAFIA Ryan Green. MUSICHE Joss Whedon, Jed Whedon.
Musical/Comico/Drammatico/Fantascienza, durata totale 42 minuti.