Il Grand Guignol è tra i fornelli!
In principio è la carne, crue o flambé, servita con vino d’annata a ignari commensali. L’ultima cena del dandy cannibale è un’orgia di sangue, anticipata dal flashforward iniziale in questa seconda, eccellente stagione, scandita dai piatti della tradizione Kaiseki. Ogni portata presuppone apparenza più che sostanza: colori, forme accurate e attenzione al dettaglio scenico.
Nel primo episodio, il duello all’arma bianca tra Jack Crawford e Hannibal Lecter ci proietta verso un epilogo che promette scintille. Ormai si gioca a carte scoperte su un territorio-scacchiera in cui il rapporto tra Will Graham e il narcisista psichiatra si fa sempre più stretto. Arrestato per quattro omicidi, Graham è spedito a Baltimora dal dottor Chilton e, in un ricorrente incubo a occhi aperti, è ancora ossessionato dall’uomo cervo, nemesi e imago distorta che scruta nel guazzabuglio della sua mente. Il profiler dell’Fbi si serve dell’aiuto dell’ex collega Beverly Katz per stanare lo squartatore. Intanto, le creazioni di una body art (non sempre) post-mortem continuano, in un crescendo di barocchismi estetici arricchiti da nuovi motivi teologici (murale umano a forma di occhio che scruta un cielo senza Dio), floreali (esplosioni di colori nelle cavità di un cadavere), animali (cavallo-crisalide in cui è cucita una donna con un uccello vivo in grembo). L’assassino si nasconde contaminando le prove, sottraendo parti di corpi e non esita a consultare l’agenda per manipolare il più folle dei propri pazienti costringendolo a sfogare il proprio delirio paranoico. L’intera serie è un’overdose allucinogena in cui sappiamo sin dall’inizio che, dietro il velo di sospetti, prove indiziarie e doppi giochi, c’è sempre lui, il cannibale della porta accanto. Straniante e surrealista, la revisione gotica di Bryan Fuller non risparmia citazioni dal rimaneggiato Red Dragon, sistemate qua e là, tra i tanti boogeyman di Baltimora e le ingegnose sciarade mortifere. Non solo estetica e compendio splatter, ma anche strategia e profondità psicologica. Nella selva oscura lastricata di patchwork funerei, Alana Bloom si perde, manipolata a dovere da Hannibal, Crawford è più confuso che mai e spunta fuori la stirpe mitomane dei Verger, in una grandiosa sottotrama che sarà, (si spera) il “piatto forte” della prossima stagione. Finalmente Graham, uscito di prigione, da semplice pedina asservita al lato oscuro, comprende che, per catturare Lecter, ha bisogno di farsi specchio e sua immagine perché “la crudeltà è un dono che l’umanità s’è fatta da sola”. Nello strepitoso season finale, Jack, Will e Alana si trovano sospesi in una realtà talmente cruenta da sembrare l’ennesima allucinazione.
Hannibal [Id., USA 2013] IDEATORI Thomas Harris, Bryan Fuller.
CAST Hugh Dancy, Mads Mikkelsen, Caroline Dhavernas, Laurence Fishburne.
Drammatico/Thriller/Horror, durata 43 minuti (episodio), stagioni 2.