Rosso passione tendente al rosa confetto
La smania di tradurre cinematograficamente un’opera letteraria, di qualunque genere essa sia, è una moda che non si è ancora esaurita; anzi, per sfruttarne ancora di più le potenzialità, si finisce per riproporla attraverso un mezzo diverso anche a distanza di anni.
È questo il caso de La donna della domenica: nato come romanzo scritto nel 1972 da Fruttero e Lucentini, racconta l’indagine di un commissario sull’omicidio di un poco stimato architetto, destreggiandosi tra prove e troppi indiziati altolocati, cercando di non dare scandalo e di controllare la forte passione nascente per la principale indiziata. La trama viene ripresa poi nel 1975 nell’omonimo film di Luigi Comencini, fino a trasformarsi, quasi quarant’anni dopo, in una miniserie in due puntate per Rai1. Il problema del poco tempo disponibile per riprodurre un testo così complesso e particolareggiato è relativo: al cinema la storia è stata condensata in neanche due ore, fedele quasi in tutto, scegliendo persino come battute molte di quelle presenti nel libro, sottolineandone così la vicinanza temporale ed emotiva. Nella recente trasposizione televisiva, invece, nonostante la possibilità di un tempo raddoppiato, la dedizione all’originale pian piano sfuma: la storia si sporca con dettagli estranei, togliendo personaggi per sfruttarne altri, ritoccandone alcuni, prima fra tutti la donna del titolo, eccessivamente audace e spavalda, troppo coinvolta nelle indagini per risultare una credibile sospetta. La tensione delle indagini è ridotta ai minimi termini, nascosta anche dal classico stereotipo della polizia un po’ maldestra e cordiale che dovrebbe essere il corrispettivo dell’elegante tono ironico nascosto nel libro. Le vite private risaltano prepotenti, i pensieri, resi espliciti con le immagini, danno un tono più torbido e passionale alla vicenda. Meno ingegno, dunque, più spettacolarità, usando movimenti di macchina presi in prestito dal cinema, oppure veloci zoom sugli occhi dei personaggi che cercano di tradurre le congetture create da una coscienza inquieta attraverso potenti sguardi enigmatici. Tutte queste scelte portano il prodotto verso il dramma passionale camuffato da poliziesco ormai troppo sfruttato dal piccolo schermo riuscendo comunque a raggiungere un discreto successo di pubblico, calato durante la seconda puntata, probabilmente a causa della classica comparsata del regista che proprio non si può tollerare.
La donna della domenica [id., Italia 2011] REGIA Giulio Base.
CAST Giampaolo Morelli, Andrea Osvart, Fabrizio Bucci, Ninni Bruschetta.
SCENEGGIATURA Furio Scarpelli, Graziano Diana, Giancarlo De Cataldo, Giacomo Scarpelli.
FOTOGRAFIA Giovanni Galasso. MUSICHE Andrea Morricone.
Poliziesco, durata 100 minuti (episodio), miniserie 2 puntate.