A piedi scalzi, a occhi chiusi
Per descrivere il mondo di un artista è necessario focalizzarsi su ciò che egli crea scoprendo i tratti della personalità che ne emergono come conseguenza.
Parlarne solamente non basta, bisogna mostrarne l’ambiente di lavoro, le persone che collaborano con lui, le sensazioni che fa scaturire nell’animo della gente che lo conosce. Wim Wenders aveva già centrato questo obbiettivo nel 1998 grazie al documentario Buena Vista Social Club, dove protagonista assoluta è la musica cubana, le sue tonalità calde, il suo essere presente nell’anima, nel corpo e nei pensieri di chi la compone. Oggi si ripete, confezionando Pina, un intenso ritratto della coreografa tedesca Pina Bausch, la quale attraverso passi leggeri e un’espressiva gestualità ha donato eternità al teatro-danza. Nato come un progetto da realizzare insieme a Pina, seguendo la tournée della compagnia in Asia e Sudamerica, si rivoluziona e diventa una pellicola per ricordarla, mostrando frammenti dei suoi spettacoli intercalati alle frasi o al silenzio dei pensieri che i suoi ballerini le dedicano. Tra questi Wenders inserisce le coreografie che li vedono protagonisti, ricalcando lo schema intuito tredici anni fa per cui l’arte, in qualunque forma, appartiene alla realtà che ha intorno. Non è possibile racchiuderla solo in una stanza, che sia un palco o una sala di registrazione: va lasciata scontrarsi con la vita. Per questo dirige i danzatori sia nello spazio chiuso di un teatro sia lasciando che il movimento della città accompagni i loro gesti e la loro espressione. Il risultato è un’opera che si eleva dal puro e semplice documentario per approdare in una galassia fatta di emozioni che si nutrono di una persona e del ricordo che se ne tratteggia: sigaretta tra le dita, capelli lunghi, enorme forza mascherata da apparente fragilità. I movimenti ripetuti rasentano l’ossessione, i corpi gridano forte ipnotizzando lo spettatore, anche chi non ha potuto apprezzare in toto il progetto, voluto e realizzato in 3D ma non ovunque distribuito come tale.