Dodici anni di omicidi
Ormai è risaputo che quando un evento mediatico raggiunge una certa notorietà i produttori cerchino di spremerne ogni singola goccia per ricavarne quanto più utile possibile, anche a scapito della qualità del prodotto stesso. È sotto i nostri occhi continuamente: saghe cinematografiche stiracchiate all’inverosimile, prequel, sequel, remake a non finire, serie tv decennali, più tutto il merchandising che si cela dietro questi fenomeni.
CSI – Scena del crimine è proprio uno di questi eventi, una crime series messa in onda per la prima volta dalla CBS nel 2000 e arrivata oggi alla sua dodicesima stagione (la tredicesima è in arrivo), ma a differenza di molti altri prodotti dello stesso genere non sembra soffrire la stanchezza di dodici anni passati sugli schermi televisivi di mezzo mondo. La serie creata da Anthony E. Zuiker e prodotta da Jerry Bruckheimer continua infatti ad essere una delle più viste al mondo dopo aver già ricevuto molti riconoscimenti, molte critiche e aver dato vita a quello che viene definito “effetto CSI“. Ciò che rende CSI una longeva serie di successo è la sua particolare capacità di rinnovarsi continuamente pur rimanendo fedele a se stessa, rendendosi interprete del suo tempo tanto per la struttura degli episodi quanto per i loro stessi contenuti. Una serie a episodi chiusi infatti ha la caratteristica di essere facilmente fruibile dallo spettatore, che quindi può permettersi di saltare uno o due appuntamenti senza perdere il filo degli avvenimenti. In un’epoca rivoluzionata da internet dove quindi un accesso casuale caratterizza quasi ogni forma mediale, questo tipo di struttura gioca decisamente a favore. Anche la narrazione ha un ruolo fondamentale nel determinare il successo raggiunto, in quanto è stato creato un prodotto che ben riesce a rispondere ai bisogni dello spettatore: la scientificità con cui vengono risolti i casi, le più avanzate tecnologie messe in campo, la perizia con cui vengono svolti esami e indagini sul campo riescono a trasmettere un senso di sicurezza che solo la scienza al momento è in grado di dare, senza dimenticare una buona dose di autopsie, ralenti, radiografie, scene che potremmo tranquillamente definire gore che sicuramente hanno fatto la loro parte, soddisfando la vena voyeuristica dello spettatore. A partire dalla nona stagione poi, abbiamo assistito ad un lento e progressivo cambio di cast, con l’uscita di scena dello storico William Petersen (che interpretava Gil Grissom) e di Marg Helgenberger (la scienziata Catherine Willows) e l’entrata di nuovi personaggi nella squadra come Laurence Fishburne e Ted Danson. È chiaro che un cambio di cast è necessario per non cadere impastati nella staticità e dare un po’ di ossigeno alla serie, ma si corre il rischio di perdere un’identità che, proprio grazie ai suoi personaggi, è molto forte e ben delineata.
CSI – Scena del crimine [CSI – Crime Scene Investigation, USA 2000] IDEATORE Anthony E. Zuiker.
CAST Ted Danson, Marg Helgenberg, Elisabeth Shue, George Eads, Jorja Fox, Paul Guilfoyle, Robert David Hall, Eric Szmanda.
Poliziesco, durata 45 minuti (episodio), stagioni 12.